Quality4children tradotto in italiano

Il diritto all’ascolto dei bambini in accoglienza eterofamiliare, un progetto innovativo di partecipazione

Come promuovere la partecipazione dei bambini e dei ragazzi nei nostri percorsi di accoglienza? Come attualizzare nelle nostre realtà italiane gli standard europei di Quality4Children (standard europei di qualità per i bambini accolti in affido o comunità presentati nel 2007
presso il Parlamento Europeo )?

Queste le domande che hanno promosso un percorso di ricerca azione che ha coinvolto a partire dal 2011, per 2 anni, 42 bambini e adolescenti tra i 5 e i 18 anni accolti in comunità familiari di Trento e 16 adulti tra staff di direzione ed educatori.

Il coinvolgimento dei bambini è stato ispirato dal principio di partecipazione della CRC (art. 12). Per i bambini partecipare significa essere protagonisti informati della propria vita e del proprio ambiente, poter esprimere la propria opinione, venire presi in seria considerazione dagli adulti che prendono le decisioni. Questo principio acquista un particolare rilievo nei contesti di tutela e di accoglienza, in cui la garanzia del diritto di protezione rischia di relegare ai margini dei processi decisionali degli adulti il diritto dei bambini di essere ascoltati.

Nella progettazione e realizzazione dell’intervento si è fatto riferimento a due documenti: Quality4Children e le Linee Guida ONU relative all’accoglienza eterofamiliare adottate nel dicembre 2009 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Il risultato finale è stata la costruzione di uno strumento comune che definisce quali livelli di qualità adulti e bambini vogliono perseguire nel loro reciproco percorso educativo. I bambini hanno tradotto i 18 standard europei riscrivendoli secondo il loro punto di vista integrato con quello degli adulti.

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Nell’esperienza della riscrittura degli standard, ai bambini è stato chiesto di riflettere sugli aspetti negativi e positivi del loro percorso di accoglienza suggerendo alternative e miglioramenti e motivando le loro affermazioni. I bambini sono stati coinvolti gradualmente e accompagnati dai loro educatori che hanno facilitato l’espressione e la rielaborazione dei contenuti. Sono sempre stati informati degli
obiettivi del progetto: a cosa sarebbe servito e come il loro contributo sarebbe stato utilizzato.

Per i bambini e ragazzi che vivono fuori della famiglia il diritto alla partecipazione è fondamentale perché per loro è ancora più vitale poter essere ascoltati, essere presi sul serio dagli adulti, essere co-protagonisti della loro esperienza di accoglienza; sono infatti ragazzi che a 18 anni devono diventare adulti perché finisce il
loro status di minorenni e le tutele ad esso connesse. E’ necessario quindi che abbiano sperimentato percorsi di accompagnamento alla capacità di prendere decisioni, di conoscere il proprio parere e di
poterlo esprimere perché ritenuto importante. Quest’esperienza è una tappa di un cammino necessario perché i bambini e i ragazzi che vengono accolti siano protagonisti, e gli adulti che li accompagnano siano ascoltatori attenti, con un orecchio acerbo (G. Rodari), capaci di usare un linguaggio appropriato.

Bisogna usare parole bambine se uno è piccolo, quando arriva al Villaggio. Riccardo, 10 anni.

A cura di 119

_Pubblicato nella Newsletter n.59 del Gruppo CRC