In occasione del 20 novembre, l’Organizzazione lancia il Rapporto sulle disuguaglianze tra i bambini nel mondo

Nonostante i grandi passi avanti fatti per ridurre la povertà e le discriminazioni, sono ancora tante, nel mondo, le disuguaglianze fra le nuove generazioni. Se tutti i bambini imparassero a leggere – rivela il rapporto Unicef “Per ogni bambino la giusta opportunità” – 171 milioni di persone in meno nel mondo vivrebbero in condizioni di povertà. Sempre secondo il rapporto, se si prevenisse la malnutrizione nella prima infanzia, i guadagni orari potrebbero aumentare di almeno il 20 per cento e i costi salariali di almeno il 48 per cento.
Presentato il 20 novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il rapporto analizza la relazione tra l’equità e i seguenti aspetti: la violenza, la povertà, la sopravvivenza infantile, l’adolescenza, i finanziamenti, le crisi umanitarie, l’istruzione, il genere e il cambiamento climatico. Vediamone alcuni.
Riguardo al rapporto tra equità e violenza, ad esempio, i dati rivelano che, su 62 tra Paesi e regioni, quattro bambini su cinque di età compresa tra i 2 e i 14 anni sono soggetti, in casa, a qualche tipo di punizione violenta. Il paragrafo dedicato a equità e povertà mette in luce invece che i bambini nati nelle famiglie più povere hanno probabilità di morire prima del loro quinto compleanno. Quasi doppie rispetto a quelli delle famiglie più ricche.

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