Il Welfare inesistente di un Paese non a misura di bambini e ragazzi
Il 7° Rapporto di aggiornamento della CRC in Italia mette in evidenza la situazione veramente drammatica della condizione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Il panorama nel 2014 è ben descritto dai singoli dati che vengono approfonditi nel Rapporto, rispetto ai minorenni fuori dalla famiglia, all’aumento della povertà minorile, alla crisi del sistema dei servizi per la prima infanzia, etc.
Ciò che è emerso nel monitoraggio realizzato dal Gruppo CRC evidenzia un altro aspetto, più generale e più complesso, che è alla base delle situazioni di crisi e che è il risultato di almeno un decennio di progressiva frammentazione del sistema complessivo delle politiche per l’Infanzia e l’Adolescenza. Per questa ragione è stato realizzato un approfondimento al Rapporto, pubblicato sul sito e relativo alle Politiche e alle Risorse che fornisce maggiori informazioni sugli elementi strutturali dello stato sociale rivolto ai bambini, ai ragazzi e alle famiglie.
Da oltre 10 anni sono cambiate non solo le Leggi di settore ma anche la forma stessa dell’organizzazione dello Stato (con la Riforma del Titolo V e il Federalismo, incompiuti; con i vari anticipi delle Riforme applicati con le misure di emergenza del 2011, etc.), delineando un sistema confuso, in cui le attribuzioni di competenze non sono chiare e, in particolare, non sono individuate le responsabilità dei soggetti istituzionali che devono garantire l’applicazione della CRC in Italia: come si integrano e/o collaborano i ruoli nazionali, regionali e locali; quali gli strumento di monitoraggio nazionale; quali strumenti di pianificazione nazionale stante la distribuzione delle competenze ad altri livelli dello Stato … Tutte queste domande sono senza risposta e il processo legislativo si è via via innestato su questo sfondo in via di frammentazione, senza che si consolidassero un pensiero e una cultura di welfare per l’infanzia e l’adolescenza; il risultato è che si assiste oggi non solo alla diminuzione delle risorse economiche sui vari settori (una per tutte per un esempio: il taglio immotivato del 27% del Fondo Nazionale Infanzia e Adolescenza di cui alla Legge 285/97) ma anche ad un “groviglio” di norme, leggi e competenze che rende impossibile la pianificazione nazionale e l’attribuzione di risorse.
Da ciò deriva quanto affermato nel 7° Rapporto CRC e approfondito nei contributi presenti online: l’attuale default del sistema di welfare per l’Infanzia e l’Adolescenza, non essendo rintracciabile un set di politiche coerenti fra di loro e delle quali si possano evidenziare orientamenti politici, scenari, obiettivi. Non a caso tra le Raccomandazioni del Rapporto vi è la pressante richiesta non solo di una azione complessiva di monitoraggio ma soprattutto dell’avvio del processo di definizione dei “Livelli Essenziali di Prestazioni concernenti i diritti civili e sociali”, come definiti dall’art. 117 della Costituzione proprio per affermare l’obbligatorietà che ha lo Stato di assicurare per tutti i bambini e i ragazzi gli standard di attuazione della CRC in Italia.
La scelta di approfondire questi argomenti con un dettaglio più articolato è una risorsa in più per il processo di monitoraggio del Gruppo CRC, che si mette a disposizione per meglio descrivere questi processi e rendere possibile una maggiore mobilitazione per contrastare la drammatica situazione.
A cura di
Yuri Pertichini, 52