Il tema della sicurezza scolastica rappresenta ancora un’emergenza. Il numero di crolli e distacchi di intonaco è impressionante: 250 dal 2013, uno ogni 3 giorni nell’anno scolastico in corso (dati stimati da Cittadinanzattiva analizzando la rassegna stampa locale). Sono una dolorosa realtà le morti di bambini e ragazzi, la cui assenza è un vuoto profondo per le famiglie e le comunità. I bambini morti a San Giuliano nel 2002 a causa del crollo della loro scuola durante il sisma di Puglia e Molise oggi avrebbero 20 anni.). Il numero delle persone venute a mancare è di 39 dal 2001, se alla triste conta di chi è morto nelle scuole aggiungiamo le vittime del crollo della Casa dello Studente a L’Aquila, il 6 aprile di dieci anni fa.

Queste morti reclamano giustizia, ma anche un intervento radicale sulle cause che le hanno determinate.

In questi anni altre scuole sono crollate, a L’Aquila come ad Amatrice, e se non si sono avute vittime è solo perché al momento del sisma erano vuote. Questo in un territorio, quale quello italiano, che conta oltre 17.000 scuole (dati ARES, Anagrafe Regionale Edilizia scolastica, ottobre 2018) in aree a rischio sismico alto (zona 1) e medio-alto (zona 2) e 4 milioni e mezzo di studenti dai 6 ai 16 anni (dati elaborati dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) per Save the Children; consulta la pubblicazione: “Ancora a rischio. Proteggere i bambini dalle emergenze” ) in province in tutto o in parte rientranti in tali aree. Un paese in cui oltre metà delle scuole – 22.000 su circa 40.000 – è stata costruita prima del 1970 e il certificato di agibilità/abitabilità manca per più della metà degli edifici (il 53% del totale) . Ad oggi, il 53,2% degli edifici possiede il certificato di collaudo statico (la prima norma che introduce in Italia l’obbligo del certificato di collaudo statico è la legge 5 novembre 1971, n. 1086, il 22,3% degli edifici senza questo certificato è costruito prima del 1970. Il 59,5% non ha quello di prevenzione incendi. Il 53,8% non ha quello di agibilità/abitabilità. Il 78,6% delle scuole ha il piano di emergenza. Il 57,5% degli edifici è dotato di accorgimenti per ridurre i consumi energetici. Le barriere architettoniche risultano rimosse nel 74,5% degli edifici.” ( Consulta i dati aggiornati dell’Anagrafe edilizia a cura del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca).

Una situazione così problematica non può che dipendere da profonde falle del sistema: ci riferiamo al complesso di diritti e doveri, poteri e responsabilità, regole di accesso ai fondi, meccanismi burocratici e tempi tecnici di intervento, chiamati a garantire che un bambino o una bambina possano frequentare ogni giorno un luogo strutturalmente sicuro, confortevole, senza barriere architettoniche e idoneo allo studio. Un insieme di fattori che dovrebbero anche assicurare la conoscenza delle condizioni degli edifici e l’affermarsi della consapevolezza che tutti – studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, personale non docente, famiglie, istituzioni – debbano partecipare alla cultura della sicurezza anche attraverso la conoscenza dei comportamenti da tenere in caso di emergenza.

Un sistema, questo, che in Italia ancora non c’è.

Le norme attuali non partono dal punto di vista della sicurezza dei bambini, non trattano in maniera coordinata le responsabilità istituzionali (di Comuni e Province enti proprietari degli edifici, dei Presidi, del Governo e delle Regioni), non facilitano l’accesso ai fondi, non garantiscono l’informazione alle famiglie e non considerano la cultura della sicurezza un obiettivo formativo, al pari delle competenze linguistiche e matematiche, nonostante essa sia altrettanto indispensabile alla sopravvivenza e allo sviluppo delle comunità, in un paese ad alto rischio sismico e idrogeologico come l’Italia.

Riteniamo, quindi, urgente una legge che affronti con completezza tutte le questioni, colmando le lacune, chiarendo le ambiguità, definendo il ruolo di ciascun attore istituzionale, sulla base di un concetto attualmente non tutelato nelle norme, il “diritto alla sicurezza scolastica”.

A partire dalla tutela di questo diritto soggettivo, fondato nella Costituzione, nella CRC e nelle altre norme a tutela dei bambini, abbiamo preparato la nostra proposta di legge, i cui punti essenziali sono racchiusi in un Manifesto. Sono un insieme di proposte concrete e interconnesse, una “messa a sistema”, appunto: obblighi e poteri chiari di Presidi, enti territoriali proprietari delle scuole e Governo; accesso di studenti e famiglie a informazioni aggiornate e comprensibili anche attraverso l’Anagrafe per l’edilizia scolastica; supporto tecnico permanente agli enti proprietari e unificazione reale dei fondi; sedi e modalità precostituite per la partecipazione effettiva dei cittadini alle decisioni; formazione specifica sulle evacuazioni in caso di sisma, alluvione o altro rischio del territorio; supporto e accesso alla giustizia per le vittime.

Al momento della sua presentazione pubblica la proposta ha trovato l’appoggio di parlamentari di tutti i principali partiti. Attendiamo ora il momento del deposito e l’avvio dell’iter legislativo.

La parola “sicuro” deriva dal latino se-curo (da cura), senza preoccupazione. Questa sensazione di fiducia è ciò che crediamo vada garantita a famiglie e studenti quando questi ultimi si trovano nel posto in cui passano più tempo dopo la loro casa: la scuola.

 

Adriana Bizzarri, Cittadinanzattiva

Giusy D’Alconzo, Save the Children