Il 21 maggio 2025, presso la “Casa dei diritti” in via De Amicis 10 a Milano, ha avuto luogo l’evento di presentazione dei dati regionali della Lombardia raccolti nel terzo Rapporto pubblicato dal Gruppo CRC.

Questo momento si è posto come un’occasione importante di conoscenza, approfondimento, confronto e dialogo tra la Società civile (rappresentata dalle numerose Associazioni del network CRC in Lombardia) e i rappresentanti Istituzionali coinvolti.

Hanno infatti partecipato il Garante regionale infanzia e adolescenza, l”Assessore welfare comune di Milano, un pedagogista e professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, il Sostituto procuratore della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Milano e il Sostituto procuratore della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Brescia. Ha concluso l’evento un rappresentante del Care leavers network Lombardia. Nonostante gli inviti, non ha invece partecipato l’assessora alla famiglia, solidarietà sociale, disabilità e alle pari opportunità della Regione Lombardia.

L’evento ha visto la partecipazione di circa 70 persone in sala e 10 in collegamento da remoto, incluse numerose associazioni del Gruppo CRR ma anche molte realtà esterne.

I temi trattati sono stati individuati dalle Associazioni del network a partire dalla necessità condivisa di portare l’attenzione su alcune questioni importanti che attraversano la realtà lombarda e che interrogano la società civile tutta circa la condizione dei bambini, bambine, ragazzi e ragazze in Lombardia.

Notoriamente ritenuta – e per certi aspetti – una regione “ricca”, la Lombardia evidenzia elementi importanti di rischio, preoccupazione e di involuzione rispetto alle condizioni di vita dell’infanzia e dell’adolescenza.

Da qui quindi si è avviato il confronto e l’interlocuzione con i referenti istituzionali presenti.

Alcune questioni di contesto caratterizzano la situazione demografica lombarda: Le persone di minore età in Lombardia sono 1.555.377, che corrisponde al 15,5% della popolazione totale della regione, superiore rispetto alla media nazionale del 15,1%, con tendenza in diminuzione rispetto al precedente Rapporto, confermando quindi il calo demografico che coinvolge anche la Lombardia.

Un altro dato interessante riguarda il dato delle e famiglie con 5 o più componenti che sono il 3,8%, rispetto alla media italiana di 4,5%, mentre i nuclei familiari monogenitoriali sono il 15,7%, dato inferiore di 2,1 punti percentuali rispetto alla media nazionale.

È certamente significativo – e forse inaspettato – il dato relativo alla percentuale di minori che vive in situazioni di sovraffollamento abitativo: è del 46,3%, superiore di 5,4 punti rispetto alla media nazionale (40,9%).

Così come, relativamente ai dati ambientali, l’inquinamento atmosferico è del 97%, superiore di 20,8 punti percentuali rispetto al dato nazionale del 76,2%.

In merito al tema della protezione, i Minorenni Stranieri Non Accompagnati presenti e censiti in Lombardia sono 2.450 (Italia 19.210), tendenza in aumento rispetto al precedente Rapporto (erano 732 nel 2021).

Relativamente al diritto all’istruzione per alunni stranieri, nell’anno scolastico 2022-2023, la

percentuale di stranieri per ogni ordine e grado sul totale degli alunni per regione, in Lombardia era del 17,13%, 5,92 punti superiore alla media nazionale. Di questi il 68,2% è nato in Italia.

Considerando poi i minorenni vittime di abusi, i reati per maltrattamento contro familiari e conviventi segnalati sono 3.635 (erano 3.185), che corrisponde al 14,39% del totale nazionale.

Dal quadro generale dei dati e con un osservatorio che parta dalla prima infanzia, anche in ottica preventiva, emerge la necessità di politiche integrate, di collaborazione intersettoriale per garantire politiche e azioni di supporto alla genitorialità e di contrasto alla povertà educativa. Esistono infatti complessità e intrecci reciproci tra i bisogni, i problemi e le sfide che le famiglie devono affrontare, tali che bisogna evitare pensieri di delega totalizzante a singole realtà o servizi sul tema del supporto alla genitorialità e dell’accompagnamento alla crescita.

Occorre quindi garantire multidisciplinarietà e universalismo progressivo per poter accompagnare quante più famiglie possibili e bambini, bambine e adolescenti in percorsi di crescita adeguati ai bisogni evolutivi e in grado di favorire sin dalla prima infanzia abitudini salutari di comprovata efficacia sullo sviluppo (ad es. la lettura, l’esperienza musicale, l’attività fisica, etc.).

L’analisi dei dati relativi ai bambini, bambine, ragazzi e ragazze fuori famiglia di origine, in affido o in comunità segnala un trend in aumento per le comunità (mentre è pressoché stabile per l’affido) e conferma il progressivo e costante aumento dell’età per l’accoglienza in comunità (maggiore incidenza 15-17 anni (40,1%). Situazioni giudiziali al 77,3% superiore alla media nazionale (73,9%). Superiore anche il dato di accoglienza della fascia 0-2 (9,3% versus 7,3% a livello nazionale).

La lettura approfondita di questi dati ha reso evidente la necessità di garantire maggiore attenzione e supporto al sistema di accoglienza (affido e comunità quali risorse complementari rispondenti al principio di appropriatezza) a partire dalle evidenti criticità: caratteristiche sempre più complesse degli accolti/e , crisi del lavoro sociale  di cura, difficoltà nel reperimento di operatori, difficoltà di accesso a servizi specialistici, difficoltà di integrazione socio-sanitaria, Mancanza di interventi di continuità tra NPI e Psichiatria adulta, carenza in generale di interventi di accompagnamento tra servizi di accoglienza   e servizi per adulti.

Ci si è soffermati altresì sulla condizione dei minorenni migranti soli richiamando la necessità di garantire accoglienza di qualità e rispettosa dei diritti dei soggetti di minore età (in prima e seconda accoglienza), sostegno all’affido familiare, nomina tempestiva del tutore volontario, politiche e azioni di sostegno ai percorsi di avvio all’autonomia per tutti care leavers.

Considerando poi l’Area della salute e servizi, in Lombardia la speranza di vita alla nascita è di 83,9 anni. Sono presenti 55 punti nascita, di cui il 20% con meno di 500 parti l’anno (inferiore rispetto alla media nazionale del 24%). sono presenti 1.108 medici pediatri (in Italia 6.962) con tendenza in diminuzione rispetto al precedente rapporto (erano 1.165). sono presenti 97 posti letto di ricovero ordinario NPIA (in Italia sono 401) , dato inferiore rispetto al precedente rapporto (erano 100).

L’analisi rispetto alla salute psichica dei ragazzi e ragazze evidenzia  elementi da non sottovalutare, per esempio è in aumento la prescrizione di psicofarmaci a minorenni (soprattutto nelle femmine: + 52% postpandemico), si registra un aumento degli accessi degli adolescenti in tutte le tipologie di servizi e per tutte le tipologie di disturbi, è in diminuzione il numero di ricoveri in NPIA per la maggiore complessità dei casi e permanenze più lunghe con conseguente saturazione del sistema e aumento soprattutto dei ricoveri in pediatria, in psichiatria adulti e in altri reparti ospedalieri. Ancora, I comportamenti suicidari sono ad elevato rischio di essere sottostimati nei flussi amministrativi.

L’analisi emersa dall’evento, rileva che La risposta del sistema sanitario lombardo ai minorenni con disturbi neuropsichiatrici e alle loro famiglie si conferma come una tra le più estese e strutturate del Paese – per dotazione di servizi e investimento in interventi ambulatoriali, territoriali, semiresidenziali, residenziali e di ricovero ordinario nonché per spesa media pro capite.

Le scelte effettuate nell’anno della pandemia hanno evidenziato che l’attuazione di interventi mirati può diminuire l’impatto di eventi catastrofici sulle popolazioni vulnerabili.

Ciononostante, il sistema è saturo e vi sono rilevanti criticità nella continuità di cura e nella tipologia e intensità di interventi disponibili, anche per le situazioni più complesse e gravi, e disomogeneità tra i territori delle diverse ATS regionali, che impattano in modo rilevante sull’accesso ai servizi, sui tempi di attesa e sullo stato di salute della popolazione.

Un’attenzione è stata posta ai minorenni negli Istituti penali (IPM). Il dato riportato è superiore rispetto al precedente Rapporto; a livello italiano sono più che raddoppiati rispetto al 2021. la condizione dell’IPM Beccaria di Milano evidenzia gravi criticità così come puntualmente evidenziato durante l’evento richiamando la ricaduta negativa del cosiddetto “Decreto Caivano” sulla durata della custodia cautelare e quindi sul sovraffollamento, nonché le evidenti carenze nel sistema di accoglienza dei Minorenni migranti soli, tali da favorire – prima – il coinvolgimento in attività illegali e da limitare – poi – la possibilità di accedere a misure alternative all’IPM. Si sottolinea altresì la necessità di incrementare il sistema di accoglienza “fuori IPM” privilegiando modalità di offerta integrata. Allo stesso modo dovranno essere intensificate e sostenute le politiche favorenti processi di giustizia riparativa limitando il paradigma esclusivamente punitivo.

Si ricorda che, sempre il cosiddetto “Decreto Caivano” è venuta meno la possibilità di utilizzare lo strumento della messa alla prova per alcuni reati, confermando appunto il paradigma punitivo e restrittivo.

In Lombardia sono relativamente alti i reati commessi da minorenni in danno di altri minorenni., così come sono in aumento i maltrattamenti in famiglia. Su questi temi si è avuto modo di dialogare con i Sostituti procuratori della Procura presso il Tribunale per i minorenni di Milano e di Brescia per provare a capire come si riesce a coordinare i possibili interventi (e diversi coinvolgimenti dei ragazzi su consapevolezza e cambiamento) tra procedimento penale, procedimenti amministrativi e, per le vittime, procedimenti civili.

 

Ci piace riportare qui la conclusione dell’intervento del rappresentante del Care leavers network Lombardia: “un’accoglienza efficace per i minorenni migranti soli non si limita alla protezione immediata, ma alla costruzione di un futuro dignitoso, riconoscendo che questi giovani saranno parte integrante della nostra società. La mia storia dimostra che, con il giusto supporto, è possibile crescere, integrarsi e contribuire. Invito i decisori politici a investire in risorse e politiche che mettano i minorenni al centro, garantendo i loro diritti e valorizzando il loro potenziale”.