Il 27 maggio 1991 l’Italia ratificava la Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza con la Legge 176/1991. Un passo importante che ha visto il nostro Paese impegnarsi negli ultimi 28 anni nell’attuazione dei principi fondamentali in essa affermati, così come nel riconoscimento e nella protezione dei diritti universali di tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze con meno di 18 anni.
Per ricordare alle Istituzioni questo impegno, il Gruppo di Lavoro sulla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Gruppo CRC) si è attivato al fine di garantire un sistema di monitoraggio permanente, indipendente e condiviso tra le associazioni che lavorano per la promozione e la tutela dei diritti dell’infanzia in Italia. Oltre ad elaborare il Rapporto Supplementare sull’attuazione della Convenzione in Italia da inviare al Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per l’esame periodico del nostro Paese, ogni anno, il 27 maggio, il Gruppo CRC pubblica un Rapporto di aggiornamento sullo stato di attuazione della CRC in Italia. Quest’anno verrà invece presentata un’edizione speciale a novembre in occasione del 30° anniversario della Convenzione sui Diritti del Fanciullo.
Inoltre nel 2018 il Gruppo CRC ha deciso di sperimentare una nuova pubblicazione che si affianca all’analisi compiuta a livello nazionale nel consueto Rapporto di monitoraggio. Con l’obiettivo di fornire una fotografia regione per regione sulla base di una serie di indicatori ed offrire una panoramica sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nei vari territori, il Network ha realizzato un Rapporto Regionale con dati disaggregati per regione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, che verrà presentato oggi a Roma e a Trieste, alla presenza di rappresentanti delle istituzioni regionali e del Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza Regione Lazio e della Garante della Regione Friuli-Venezia Giulia per i Diritti della Persona, ed una delegazione del Gruppo CRC.
Dalla lettura disaggregata sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, emerge una forte differenziazione territoriale che impone una riflessione a livello nazionale e locale: come recentemente proposto anche dal Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle proprie raccomandazioni all’Italia occorre
“l’adozione di misure urgenti per affrontare le disparità esistenti tra le Regioni relativamente all’accesso ai servizi sanitari, allo standard di vita, ad un alloggio adeguato, compresa la prevenzione degli sgomberi forzati, lo sviluppo sostenibile e l’accesso all’istruzione di tutti i minorenni in tutto il Paese”
Questo primo lavoro di ricognizione dei dati esistenti, oltre ad evidenziare le lacune del sistema nazionale e regionale di monitoraggio e di raccolta dati sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, ha sottolineato come numerose e profonde diseguaglianze regionali permangono relativamente al sostegno dei minori fuori della propria famiglia di origine, diritto all’educazione, e fruizione di attività culturali, diritto alla salute, così come in merito alla distribuzione geografica dei minori che vivono in famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale, con gravi divari regionali che vedono il Mezzogiorno come zona di maggiore criticità.
Ciò significa che le persone di minore età hanno differenti opportunità e diritti a seconda di dove nascono e crescono. Si tratta di forte discriminazione su base regionale, che ha un forte impatto sulla vita dei bambini, e che rende indispensabile avviare una riflessione strategica rispetto alle politiche per l’infanzia e adolescenza, da cui derivi l’assunzione di un impegno reale da parte delle istituzioni competenti per risolvere le criticità ancora insolute.
Per approfondimento si veda:
il rapporto I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. I dati regione per regione
l’analisi del paragrafo su Il principio di non discriminazione del 3° Rapporto Supplementare
A cura del Coordinamento CRC