A oltre un mese dal drammatico naufragio di Steccato di Cutro il conto delle vittime è ancora in corso: tra loro ad oggi 35 bambini e bambine e decine tra giovani, uomini e donne. Vite spezzate. Non era il primo, non è stato l’ultimo. Le partenze proseguono a ritmo sostenuto e si verificano nuove perdite di vite in mare. Il Mediterraneo Centrale resta purtroppo una delle tratte più pericolose al mondo con 398 persone morte o disperse solo nel 2023 (sino al 6 aprile) e più di 20.000 persone che vi hanno perso la vita o sono disperse negli ultimi 10 anni (dati UNHCR). In quanto Organizzazioni impegnate al fianco di minori e adolescenti migranti, chiediamo alle Istituzioni italiane ed europee azioni determinate per salvare più vite umane e garantire che la protezione dei più vulnerabili non sia sacrificata a politiche migratorie che puntano a “fermare i flussi”. Molti di noi lavorano nei Paesi di transito e provenienza delle persone morte in mare: ne conosciamo i conflitti armati, l’instabilità politica, le violazioni dei diritti umani, la povertà estrema e la mancanza di opportunità; sappiamo quanto la decisione di partire sia sofferta, anche per i padri e le madri che viaggiano coi propri figli, non avendo alternative.
Sono partenze spesso inevitabili, non per questo lo sono i ripetuti naufragi. Eppure manca un chiaro impegno istituzionale a potenziare le attività di ricerca e soccorso in mare e a non ostacolare l’operato delle navi umanitarie nei salvataggi, come sta accadendo a causa del DL 1/2023 convertito in L. 15/2023 e della prassi di assegnazione di porti lontani dalle operazioni di soccorso, che prolunga la permanenza a bordo dei naufraghi, tra cui tanti minorenni esausti dopo il viaggio. L’Italia e gli altri paesi UE dovrebbero piuttosto attivare un meccanismo di soccorso coordinato e canali legali di accesso per lavoro, studio o ricongiungimento familiare, evacuazioni e corridoi umanitari per le persone in fuga.
Le vite di chi è costretto a compiere questi viaggi proseguono in Europa e, specialmente se sono vite giovanissime, necessitano da subito di un’attenzione dedicata. La prima accoglienza dei minorenni dev’essere una risposta di protezione piena, in particolare per quanti arrivano da soli. Per i minori non accompagnati l’Italia ha una legislazione unica in Europa: la Legge 47 del 2017, approvata con ampia maggioranza parlamentare dietro la spinta delle nostre Organizzazioni. Per la sua applicazione abbiamo mantenuto un dialogo intenso con le Istituzioni, ottenendone una diffusa conoscenza a diversi livelli e promuovendo l’emanazione di importanti provvedimenti attuativi: il DPR 191/22 di modifica del DPR 394/99 (che ha adeguato le regole sui permessi di soggiorno) e il Protocollo multidisciplinare per la determinazione dell’età del 2020 – oltre al decreto ministeriale dell’8 agosto 2022 sui rimborsi ai tutori volontari, protagonisti di una preziosa rete di sostegno che è uno degli ambiti di migliore realizzazione della Legge.
Tuttavia, nonostante ripetute richieste, non abbiamo visto sinora realizzarsi il sistema di prima accoglienza che la L.47/2017 e il D.Lgs. 142/2015 descrivono, basato su centri governativi diffusi sul territorio. Con il crescere degli arrivi, questa lacuna crea situazioni gravi e tangibili, come la prolungata permanenza di minori non accompagnati presso l’hotspot di Lampedusa. Una delle principali urgenze è quindi istituire in tutte le Regioni, come chiede l’ANCI, centri di prima accoglienza adeguati alle esigenze dei minori per dimensioni, servizi e staff, in cui garantire una permanenza di massimo 30 giorni, una risposta alle prime esigenze di cura e sostegno del minore e l’avvio delle pratiche legali. Va inoltre potenziata la Rete SAI per la seconda accoglienza, l’inclusione e l’accompagnamento alla maggiore età e sviluppati sistemicamente l’affido e l’accoglienza diffusa. Per un confronto su questi temi chiediamo la riconvocazione urgente del “Tavolo tecnico sui minori non accompagnati” presso il Ministero dell’Interno, prezioso luogo di incontro tra Istituzioni e con il terzo settore.
A cura di Ai.Bi., Amnesty International Italia, ASGI, Caritas Italiana, Cir Onlus, CNCA, CISMAI, Cooperativa CIDAS, Cooperativa CivicoZero, Defence for Children International Italia, Emergency ONG, Oxfam Italia, INTERSOS, Salesiani per il Sociale APS, Save the Children Italia, SOS Villaggi dei Bambini, Terre des Hommes Italia
Per approfondimenti si veda la sezione del sito dedicata a Minori stranieri non accompagnati – Il diritto alla protezione e all’accoglienza