Questa III Indagine completa una triade di lavori condotti, su mandato dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), da Cismai e Terre des Hommes e rappresenta il più avanzato esempio di un potenziale sistema di monitoraggio epidemiologico del fenomeno, che, ove adottato dal Paese, permetterebbe di rispondere alle molte sollecitazioni del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza sul punto.

Molte le novità che la rendono più solida scientificamente e statisticamente rispetto al passato: 1) ampiezza del bacino di rilevazione 326 Comuni; 2) classificazione maltrattamento in linea con l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) grazie alla reintroduzione del Neglect, esplosa in tutte le sue dimensioni; 3) analisi per genere del maltrattamento e sua diversa diffusione per macroarea del Paese, elementi che hanno permesso una lettura più articolata del fenomeno.

I dati emersi costringono a riflessioni cogenti sul fenomeno e sulla reale capacità nel nostro Paese di prevenirlo e contrastarlo.

Su 374.310 minorenni in carico ai Servizi Sociali, 113.892 sono vittime di maltrattamento, ossia 304 ogni 1.000 con un aumento importante rispetto ai 193 ogni 1.000 della precedente indagine.

Il maltrattamento aumenta infatti del 58% con punte del 100% al Sud.

L’analisi per fascia d’età evidenzia la scarsa presenza dei bambini di età 0 – 5 tra quelli seguiti dai Servizi Sociali, peraltro fascia di età che presenta una bassa incidenza di 8 su 1.000. Di contro, ad essere seguiti dai SS per maltrattamento sono preadolescenti e adolescenti in età 11- 17 che dimostra come l’intervento dei Servi sia tardivo.

Rispetto al genere i maschi in carico risultano il 57% mentre le femmine il 51%, ma rispetto alla rispettiva popolazione di riferimento il maltrattamento colpisce indistintamente entrambi i generi con 13 casi ogni 1.000 minorenni. Quanto invece alla cittadinanza, i minorenni italiani maltrattati in carico sono il 72% contro 28% ma rispetto alle relative popolazioni di riferimento quelli stranieri sono 31 su 1.000, contro 10 su 1.000 italiani.

Il maltrattamento avviene nella stragrande maggioranza, 87%, in famiglia; l’autore appartiene quindi alla cerchia famigliare ristretta, in linea con le ricerche internazionali. Il Neglect/Trascuratezza, è il maltrattamento più frequente 37% (nelle sue varie forme Neglect educativo con il 17%, seguito dal Neglect emozionale e dal Neglect fisico 10%) seguito da: Violenza assistita (34%); Violenza psicologica (12%), Maltrattamento fisico 11%. Meno diffuse risultano la Patologia delle cure (4%) e Abuso sessuale (2%). La segnalazione sembra essere innescata principalmente dall’Autorità Giudiziaria (AG), con oltre la metà delle segnalazioni (52%). Questo dato è emblematico di un sistema di protezione che si attiva tardi, spesso solo quando il danno è già conclamato e viene formalmente rilevato; ancora troppo debole la prevenzione primaria.

Con grande distacco dall’AG seguono infatti le agenzie educative con il 14%, la famiglia 12%, e del tutto marginali le strutture sanitarie, che segnalano solo il 4% dei casi. Infine, i medici di base e i pediatri, pur essendo figure potenzialmente strategiche nella prevenzione e nell’individuazione precoce del maltrattamento, perché tra gli unici che possono dare uno sguardo all’interno del nucleo quando un bambino è molto piccolo (0-5) tuttavia, sono quasi assenti, con un 1%.

La durata della presa in carico da parte dei Servizi Sociali è nella maggioranza dei casi superiore ai due anni (56%), a indicare la complessità delle situazioni trattate e la necessità di interventi continuativi, con fori differenze territoriali. I servizi attivati: “altro servizio” (29%) si riferisce a interventi diretti del Servizio Sociale professionale o con altri servizi socio-sanitari. L’assistenza domiciliare (18%), l’inserimento in comunità (13%) e l’assistenza economica (13%) rappresentano le forme più strutturate di sostegno, ma anche in questo caso la distribuzione varia significativamente tra aree geografiche e tipologie comunali. L’affidamento familiare interessa circa l’8% dei minorenni maltrattati, mentre il centro diurno è utilizzato nel 7% dei casi. Infine, per il 12% dei minorenni non viene attivato alcun servizio specifico.

L’Indagine è corredata da raccomandazioni che riportano alle molte azioni ancora da intraprendere, alcune di queste particolarmente urgenti: istituire un sistema nazionale permanente di raccolta dati sul maltrattamento, adottare un piano nazionale di prevenzione e contrasto della violenza sui minorenni, adottare linee guida sulla prevenzione e protezione, favorire la formazione e prevedere adeguate risorse.

“Ormai siamo davvero vicini a poterci dotare di un sistema nazionale che raccolga dati in modo sistematico sul maltrattamento. Questa III Indagine lo ha dimostrato e trasferisce un’eredità ai policy maker funzionale allo scopo. Con questo lavoro l’Italia per la prima volta può davvero presentarsi ai tavoli internazionali per un confronto costruttivo sul tema. È tempo di una svolta; il Comitato ONU la attende da tempo”.

 

A cura di Federica Giannotta, Fondazione Terre des Hommes Italia e Gloria Soavi, CISMAI

 

Per approfondimenti si veda:

III Indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia

e la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata a Violenza contro i bambini