In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre, è fondamentale rivolgere l’attenzione a una forma di sofferenza psichica spesso silenziosa ma drammaticamente diffusa: i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Anoressia, bulimia e altri disordini alimentari rappresentano oggi una delle più gravi emergenze sanitarie, con 3.200.000 persone malate in Italia secondo i dati della survey epidemiologica del Ministero della Salute. La prevalenza dell’anoressia nervosa in donne dai 12 ai 22 anni può arrivare allo 0,9%, quella della bulimia nervosa all’1-2%, mentre fino al 3,7-6,4% della popolazione sarebbe affetto da disturbi alimentari non altrimenti specificati.
L’incremento è vertiginoso: nel primo semestre 2022 si sono registrati 340.000 nuovi casi, con un continuo abbassamento dell’età di esordio. I dati del Registro Nazionale delle Cause di Morte evidenziano 3.467 decessi correlati a disturbi alimentari nel 2022. Dietro questi numeri non si celano solo storie individuali di profondo disagio, ma intere famiglie e contesti relazionali come la scuola che si trovano a vivere situazioni estremamente drammatiche e complesse da gestire.
A supporto di chi si trova ad affrontare queste situazioni, interviene l’esperienza consolidata dell’Associazione ABA – per lo studio e la ricerca su Anoressia, Bulimia e Disturbi Alimentari, attiva da oltre trent’anni nell’ambito dei disturbi alimentari. L’associazione sviluppa un approccio multidisciplinare che integra interventi clinici, formazione per operatori sanitari e educatori, sensibilizzazione nelle scuole e supporto alle famiglie, osservando da vicino l’evoluzione di queste patologie e contribuendo al riconoscimento precoce dei segnali di disagio. Grazie alla collaborazione con strutture ospedaliere, scuole e servizi territoriali, ABA favorisce la costruzione di reti integrate che rafforzano l’accesso alle cure e migliorano l’efficacia degli interventi preventivi, educativi e terapeutici.
Prevenzione: intervenire prima che sia troppo tardi
Il tempo che intercorre tra la comparsa dei primi sintomi e l’inizio di un percorso terapeutico è cruciale. Le ricerche evidenziano che tra i primi segnali e l’avvio del trattamento intercorrono in media 91 settimane, più di due anni. Questo intervallo si dilata pericolosamente, compromettendo le possibilità di recupero. La prevenzione rivolta alle scuole e alle figure sanitarie (medici di base, pediatri di libera scelta, dentisti, ginecologi, gastroenterologi etc.) rappresenta uno strumento fondamentale per ridurre questa distanza.
Sarebbe necessario un investimento strutturale nella prevenzione sia sanitaria che scolastica, rendendola parte integrante dei programmi di formazione ed educativi a partire dalla scuola secondaria di primo grado. È necessario formare adeguatamente il personale sanitario e scolastico affinché possa intercettare i segnali di disagio e attivare tempestivamente le risorse territoriali.
Accesso alle cure: abbattere le barriere
L’accesso alla cura rappresenta ancora oggi un ostacolo significativo. È indispensabile che il sistema pubblico garantisca una rete capillare di servizi specializzati per i disturbi alimentari su tutto il territorio nazionale. Attualmente, l’offerta risulta estremamente disomogenea, con intere aree del Paese prive di strutture dedicate. Sarebbe auspicabile che ogni ASL territoriale disponesse di équipe multidisciplinari specializzate, composte da psicoterapeuti, psichiatri, medici ed educatori, formati adeguatamente ed in grado di offrire sia terapie individuali che di gruppo. È inoltre necessario prevedere convenzioni con enti del terzo settore che operano con competenza consolidata nel campo, integrando le risorse pubbliche e private per rispondere efficacemente alla domanda di cura.
Il ruolo insostituibile della famiglia
I disturbi alimentari non colpiscono solo chi ne soffre direttamente, ma coinvolgono profondamente l’intero nucleo familiare. Genitori, fratelli e sorelle si trovano spesso smarriti di fronte a un disagio che faticano a comprendere e gestire. Per questo motivo, il coinvolgimento attivo dei familiari rappresenta un elemento centrale nel percorso di cura.
È fondamentale che le strutture di cura prevedano percorsi di supporto dedicati alle famiglie: gruppi di ascolto, incontri informativi e spazi di confronto con i terapeuti. I familiari devono essere considerati non come semplici spettatori o, peggio, come causa del disagio, ma come alleati fondamentali nel processo di guarigione. Si propone che ogni servizio pubblico o privato accreditato per la cura dei disturbi alimentari preveda obbligatoriamente interventi di supporto familiare, riconoscendone il valore terapeutico e preventivo rispetto alle ricadute.
Costruire insieme una rete di cura
Affrontare l’emergenza dei disturbi alimentari richiede un impegno corale che coinvolga istituzioni sanitarie, enti locali, scuole, terzo settore e famiglie.
I disturbi alimentari sono espressione di un disagio profondo che merita di essere ascoltato e compreso. Dietro il rifiuto del cibo o l’abbuffata compulsiva si nasconde una sofferenza che chiede di essere tradotta in parola e accolta in uno spazio protetto. Questo è possibile solo se come comunità ci si impegna a ridurre la distanza tra chi soffre e la possibilità di cura, costruendo percorsi accessibili, tempestivi e rispettosi della complessità di questi disturbi.
La Giornata Mondiale della Salute Mentale ci ricorda che prendersi cura della sofferenza psichica è un dovere collettivo. I disturbi alimentari non sono una scelta, ma una malattia che si può e si deve curare. Serve la volontà politica di investire risorse adeguate, la competenza professionale di chi opera quotidianamente in questo campo e la sensibilità di una società che sappia riconoscere il disagio prima che diventi emergenza.
A cura di Dora Aliprandi, Comitato Scientifico ABA – Associazione per lo studio e la ricerca su Anoressia, Bulimia e Disturbi Alimentari
Per approfondimenti si veda:
ABA – Associazione per lo studio e la ricerca su Anoressia, Bulimia e Disturbi Alimentari
E la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata a Salute mentale