Forti disparità nella fruizione e nei criteri di accesso alle agevolazioni.
Lo rivela il terzo Rapporto (Non) Tutti a Mensa di Save the Children Italia, che offre una panoramica nazionale sull’accesso alle mense scolastiche
L’accesso alle mense non è uguale per tutti. Quasi la metà dei bambini di quelli che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado non ha accesso al servizio e in 8 Regioni oltre 1 bambino su 2 ne viene privato.
Secondo il monitoraggio di Save the Children, svolto sui 45 Comuni, il servizio mensa non è presente in modo uniforme e le disparità risultano in modo particolare tra Nord e Sud Italia. Basti pensare che in Comuni quali Reggio Calabria, Siracusa e Palermo la refezione scolastica è presente in un numero di scuole inferiore al 10%.
Inoltre, sempre secondo il monitoraggio svolto, un quarto dei comuni afferma di non prevedere l’esenzione totale dal pagamento della retta né per reddito, né per composizione del nucleo familiare, né per motivi di carattere sociale e un quarto dei comuni non prevede l’esenzione totale per le famiglie in difficoltà. Disomogeneità anche nelle agevolazioni con l’applicazione di criteri diversi e che sommano, in taluni casi, le soglie reddituali a motivazioni di natura familiare o sociale.
Il rapporto “(Non) Tutti a Mensa 2017”” riporta infine i risultati dell’indagine condotta nell’ambito di Fuoriclasse – programma di contrasto alla dispersione scolastica promosso da Save the Children sul territorio nazionale, che raccoglie l’opinione di 1656 alunni della scuola primaria di 8 comuni (Milano, Torino, Napoli, Roma, Scalea, Bari, Ancona e Padova). Secondo la consultazione, a più del 59% dei bambini la mensa piace abbastanza (42%) o molto (17%). Solo al 28% la mensa non piace e al 13% non piace per niente. Dimensioni, rumorosità e pulizia sono cause di scontento tra i bambini: quelli che reputano la mensa grande, pulita o poco rumorosa la apprezzano più degli altri.
La normativa definisce la mensa come un servizio a domanda individuale, che dunque può essere o non essere garantito dai comuni, compatibilmente con le loro esigenze di bilancio. “La mensa invece – secondo Save the Children – dovrebbe essere riconosciuta come un servizio pubblico essenziale, garantendo così la possibilità ad ogni alunno in qualsiasi comune di accedervi con le stesse possibilità.