Secondo la definizione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per cyberbullismo si intende “un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chat rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace a difendersi”. Gli ultimi dati Istat (2014) riportano che il 22,2% delle vittime di aggressioni da parte di bulli ha dichiarato di aver subito una qualche prepotenza tramite l’uso delle nuove tecnologie come telefoni cellulari, Internet, e-mail, durante l’anno precedente l’intervista. All’interno di questo sub-collettivo, il 5,9% dei ragazzi e delle ragazze 11-17enni hanno subìto azioni ripetute di bullismo elettronico. Considerando poi il collettivo di giovani che si collegano ad Internet o che dispongono di un cellulare, il 7,1% delle ragazze sono state oggetto di vessazioni continue tramite Internet o telefono cellulare, contro il 4,6% dei ragazzi. Vi è inoltre un rischio maggiore per i più giovani rispetto agli adolescenti. Circa il 7% degli 11-13enni dichiara di essere stato vittima una o più volte al mese di prepotenze tramite cellulare o Internet mentre la quota scende al 5,2% se la vittima ha un’età compresa tra 14 e 17 anni. Le azioni offensive online sembrano perpetuarsi anche offline: ben l’88% di quanti hanno lamentato continui comportamenti scorretti in rete ha dichiarato di aver subìto altrettante vessazioni anche in altri contesti del vivere quotidiano.
La Fondazione Carolina Picchio, dedicata alla prima giovane vittima acclarata di cyberbullismo in Italia, riporta che oggigiorno un ragazzo su quattro è coinvolto, a vario titolo, in episodi di cyberbullismo, in linea con il trend europeo. Per far fronte alla necessità di una continuità educativa negli ambienti frequentati dai giovani ed al bisogno di responsabilizzazione degli adulti di fronte a questo fenomeno, la Fondazione soltanto nell’ultimo anno ha incontrato 30mila ragazzi in 130 scuole, e formato oltre 4mila docenti.
Recentemente la Fondazione ha anche lanciato il bando “A scuola di Like”, aperto alle scuole e volto a finanziare azioni di rete territoriale per incentivare la tutela delle persone di età minore sul web e contrastare i fenomeni illegali nella rete. Il bando di finanziamento da 60mila euro è aperto fino al 15 giugno a tutti gli istituti scolastici italiani, di ogni ordine e grado, sia pubblici che privati, che vogliano promuovere percorsi formativi in partenariato con attori locali impegnati in varia misura nell’educazione dei giovani. I beneficiari del bando non saranno solo le scuole, bensì anche le famiglie e gli operatori del settore, nell’ottica di una comunità educante che mira al benessere dei più giovani.
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