L’8 maggio 2025, la Sala Nones di Palazzo Benvenuti ha ospitato una mattinata di confronto intensa e partecipata per la presentazione del Rapporto CRC 2024 – I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, con focus sulla Provincia autonoma di Trento. L’evento, organizzato da SOS Villaggi dei Bambini e promosso dal Gruppo CRC, ha coinvolto rappresentanti delle istituzioni, professionisti del settore sociale, sanitario ed educativo, associazioni del territorio, ragazzi e ragazze, con il patrocinio della Provincia Autonoma di Trento e della Garante per i diritti dei minori.
L’incontro ha visto alternarsi voci istituzionali, tecniche, accademiche e giovanili. A portare i saluti iniziali sono stati Francesca Gerosa, Assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità, e Anna Berloffa, Garante dei diritti dei minori, che hanno richiamato la responsabilità collettiva nel garantire i diritti dell’infanzia. Il confronto si è articolato attorno ai quattro principi fondamentali della Convenzione ONU, – non discriminazione, superiore interesse del minore, diritto alla vita e allo sviluppo, diritto alla partecipazione – guida per l’analisi dei dati e la struttura degli interventi.
La presentazione del rapporto regionale è stata curata da diverse realtà aderenti al Gruppo CRC: SOS Villaggi dei Bambini, CNCA, Associazione Culturale Pediatri, UNICEF Trento, Università di Trento e la Consulta Provinciale degli Studenti. Ognuna di queste organizzazioni ha portato il proprio sguardo su un ambito specifico, intrecciando i dati del rapporto con le evidenze emerse dal lavoro quotidiano nei servizi. Dalle analisi è emerso un contesto incoraggiante in termini di servizi per la prima infanzia (copertura al 41,2%), partecipazione culturale e sportiva, copertura vaccinale e speranza di vita alla nascita (84,6 anni). Tuttavia, persistono disuguaglianze territoriali, difficoltà nei percorsi scolastici professionalizzanti e segnali preoccupanti di disagio psichico giovanile.
In questo quadro, ha trovato particolare rilievo l’intervento della Consulta provinciale degli studenti, che ha messo in luce alcune carenze rispetto alla raccolta dati regionale: l’assenza di dati su edilizia scolastica, benessere psicologico e salute mentale. Un intervento corale, documentato e appassionato, che ha ribadito il diritto dei giovani a essere ascoltati e riconosciuti come interlocutori legittimi: “L’assenza di dati su ciò che viviamo è già un messaggio. Se non ci siete nei dati, non esistete nei pensieri di chi decide. Ma noi ci siamo, e vogliamo esserci.”
Nella seconda parte dell’evento, il confronto ha coinvolto le istituzioni locali, che hanno offerto una lettura operativa delle sfide emerse. I contributi si sono intrecciati attorno ad alcune parole chiave condivise: complessità, collaborazione, prevenzione.
Elisabetta Cenci, Direttrice Ufficio età evolutiva, genitorialità e centro per l’infanzia, ha evidenziato la presenza crescente di situazioni ad alta vulnerabilità – famiglie senza dimora, nuclei in carico a più servizi, minori con bisogni educativi e sanitari simultanei – che richiedono risposte integrate e multidisciplinari. Il programma P.I.P.P.I. è stato indicato come buona pratica già attiva, ma è emersa la necessità di superare le barriere tra i settori e rafforzare la sinergia tra scuola, sanità e servizi sociali.
La salute mentale degli adolescenti è emersa con forza come una delle principali urgenze, evidenziata da più voci istituzionali. Elena Bravi, Direttrice per l’integrazione socio-sanitaria dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari (APSS), ha parlato di una pressione crescente sui servizi e della necessità di rafforzare la presa in carico continuativa, superando la frammentarietà degli interventi tra sanità, scuola e territorio. Ha sottolineato come il disagio psicologico tra i giovani si manifesti sempre più precocemente e come il sistema fatichi a dare risposte strutturate.
Sandra Cainelli, Dirigente del Servizio Istruzione, ha ribadito il ruolo imprescindibile della scuola, che però si trova al centro di aspettative sempre più ampie – educativa, sociale, relazionale – senza il corrispettivo di risorse adeguate, personale formato e tempo educativo disteso. “La scuola può fare molto, ma ha bisogno di alleanze forti e durature con i servizi e con le famiglie,” ha affermato.
Sul versante del sociale, Zaira Oro, Capo Ufficio Famiglie e Minori del Comune di Trento, ha richiamato la necessità di una governance condivisa, capace di anticipare i bisogni emergenti e coordinare in modo più efficace i diversi livelli istituzionali. In questo senso, ha ribadito l’importanza di lavorare in una logica preventiva, e non solo emergenziale. A completare la riflessione, Pirous Fateh-Moghadam, Dirigente medico dell’Osservatorio Epidemiologico dell’APSS, ha introdotto una prospettiva globale. Ha ricordato che i diritti dei bambini non conoscono confini affermando che, anche a Gaza, migliaia di minori vivono violazioni quotidiane e che i diritti vadano difesi sempre, ovunque.
A chiudere l’incontro è stato l’Assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione Mario Tonina, che ha raccolto le sollecitazioni emerse rilanciando l’impegno delle istituzioni evidenziando come i diritti dei bambini siano il termometro della nostra democrazia e che questo genere di incontro evidenzi che si può e si deve fare di più.
L’iniziativa, curata da SOS Villaggi dei Bambini con il supporto di una rete ampia e competente, ha dimostrato quanto sia possibile, anche a livello locale, costruire spazi pubblici capaci di dialogare in modo intergenerazionale, basati su dati, esperienze e visioni condivise. Come ha ricordato in apertura Samantha Tedesco, “i diritti non sono una questione da specialisti: sono un fatto di giustizia, di ascolto e di scelte collettive.” E, come si è visto a Trento, costruirli significa lavorare insieme, con coraggio e coerenza.