_ Facebook, in 6 anni è diventato il social network più popolare al mondo: sono 350 milioni, di cui circa 18 milioni in Italia, coloro che hanno un profilo attivo (Cfr. Nota 1). Pare che il 71,1% degli adolescenti italiani ne possieda uno (Cfr. Nota 2).

Generalmente l’età minima per poter creare un account su Facebook è di 13 anni. Proprio in questi giorni, in Spagna, Facebook ha dovuto cedere alle insistenze dell’Agenzia spagnola per la protezione dei dati personali e ha comunicato che l’età minima per iscriversi dalla Spagna – e per ora solo dalla Spagna, non in altri Paesi – salirà a 14 anni, nel rispetto della normativa nazionale che consente solo a chi ha già compiuto almeno 14 anni di diffondere in rete i propri dati e informazioni personali, condividendoli più o meno consapevolmente con sconosciuti.

I Gruppi che vengono aperti su Facebook coinvolgono persone che condividono una medesima idea, lo stesso interesse o un aspetto in comune (interesse musicale, frequentazione della stessa scuola, dello stesso locale, passione per lo stesso film, attore o cantante, ecc…). I gruppi attivi su Facebook sono “aperti”, qualsiasi utente può iscriversi, leggerne i contenuti pubblicati e partecipare attivamente.

In proposito si rileva con grave preoccupazione che è stato possibile aprire un gruppo denominato “Giochiamo al tiro al bersaglio con i bambini Down“, e che questo in poco tempo ha contato oltre 1.700 iscritti. Il gruppo è stato in seguito oscurato.

Sono invece ancora attivi numerosi gruppi razzisti e xenofobi: tra ottobre e novembre 2009, i gruppi attivi anti-immigrati erano circa 350, 400 quelli anti ‘terroni’ e napoletani, 300 anti zingari e un centinaio anti-musulmani; alcuni di questi arrivavano ad avere fino a 5-7000 iscritti (Cfr. Nota 3).

Proliferano quindi i gruppi che esaltano la discriminazione, anche con toni violenti, e che sono accessibili anche agli adolescenti.

La Convenzione sui diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Convention on the Rights of the Child – CRC) afferma il diritto all’informazione (art.17 CRC) e alla libertà di espressione (art.13 CRC) ma dispone anche (art. 17 CRC) che “gli Stati parti […] vigilano affinché il fanciullo possa accedere a una informazione e a materiali provenienti da fonti nazionali e internazionali varie, soprattutto se finalizzati a promuovere il suo benessere sociale, spirituale e morale nonché la sua salute fisica e mentale”.

Ciò evidenzia la necessità di approfondire la riflessione, oltre che sulla responsabilità di chi gestisce i social network, sulla tutela e la sensibilizzazione dei bambini e degli adolescenti rispetto ad un utilizzo sicuro e responsabile dei nuovi media, e sull’assunzione della responsabilità anche da parte degli utenti che utilizzano quotidianamente Facebook e che possono segnalare eventuali abusi o utilizzi inadeguati del social network.

Note:

 Nota 1: Fonte Il Sole24ore

 Nota 2: Fonte 10° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Telefono Azzurro e Eurispes

 Nota 3: Fonte ”Io e gli altri. I giovani italiani nel vortice dei cambiamenti”, ricerca realizzata dall’Istituto Swg e promossa dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, presentata alla Camera dei Deputati il 18 febbraio u.s..

Per approfondimenti, si veda:

 8″>Diritti civili e libertà

 2° Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio 
della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia