La campagna mediatica che si è sviluppata a seguito di recenti fatti di cronaca – su cui sono ancora in corso gli accertamenti della Magistratura preposta –  sta mettendo in serio pericolo il futuro di tanti bambini e ragazzi con famiglie in difficoltà e  screditando l’impegno di migliaia di affidatari che hanno accolto nel corso degli anni minorenni nelle loro famiglie, dedicandosi a loro con tanto impegno ed affetto, cercando  di mantenere e potenziare – con l’indispensabile apporto/regia delle Istituzioni preposte –  i loro rapporti con i  genitori/parenti in vista, ove possibile, del loro rientro a casa.

Il Tavolo di lavoro delle associazioni nazionali e delle reti nazionali e regionali di famiglie affidatarie operanti in questo settore (il Tavolo Nazionale Affido)  si è a lungo confrontata su quanto sta succedendo  e ha individuato  CINQUE PRINCIPI per rimettere al centro il diritto dei bambini a crescere in famiglia  a partire dai quali è possibile costruire positivi e appropriati percorsi per tutelare, proteggere e accompagnare quei  bambini che – per la loro storia familiare e personale e nel loro superiore interesse – necessitano di essere allontanati dalla loro famiglia ed essere accolti in una famiglia affidataria  che li aiuti nel loro percorso di crescita.

E’ in gioco il loro futuro e non possiamo accettare che esso sia compromesso dal clima crescente di sospetto e diffidenza nei confronti dell’affidamento e degli affidatari, clima che ha portato negli ultimi mesi ad una all’allarmante diminuzione di disponibilità all’accoglienza!

La campagna denigratoria scatenatasi a livello politico e mediatico ha anche portato alla presentazione di preoccupanti proposte di legge a livello centrale e regionale.E’ stata istituita una “squadra speciale di giustizia per la protezione dei minori”, ma occorre ricordare che la normativa vigente prevede dei meccanismi di controllo che coinvolgono anche l’autorità giudiziaria, ma che nella prassi rimane spesso disatteso per mancanza di adeguate risorse umane ed economiche.

Tutte queste iniziative si basano sull’idea superficiale, ideologica e illusoria che sempre adeguati interventi di prevenzione e supporto possano consentire pressoché a tutti i genitori di recuperare le loro capacità genitoriali (con piccolissime eccezioni). Tali interventi sono assolutamente necessari e da implementare ma allo stesso tempo la letteratura scientifica sul tema mette in luce che non tutti i contesti familiari, seppur sostenuti con interventi massicci e continuativi da parte delle Istituzioni, riescono a recuperare in maniera adeguata e a garantire una pur sufficiente cura e protezione dei loro figli; il permanere in un contesto familiare molto fragile, trascurante, gravemente negligente  e in alcuni casi maltrattante pregiudica il benessere psico-fisico dei bambini e dei ragazzi con gravi ripercussioni  oltre che per loro su tutta la collettività e sull’esigibilità del diritto al benessere per tutti i bambini e ragazzi presenti a qualunque titolo sul territorio italiano.

A cura di Frida Tonizzo ANFAA e Liviana Marelli CNCA

 

Per approfondimenti si veda Paragrafo “Persone di età minore prive di un ambiente familiare