È stato presentato a Roma dalla Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano il documento di studio e proposta “L’inclusione e la partecipazione delle nuove generazioni di origine immigrata. Focus sulla condizione femminile”, realizzato con il supporto tecnico dell’Istituto degli Innocenti di Firenze. Il documento è il risultato di uno studio avviato a maggio scorso dalla Consulta delle associazioni e delle organizzazioni dell’Agia che ha visto la partecipazione di docenti universitari, esperti, magistrati, avvocati e rappresentanti delle associazioni dei ragazzi di seconda generazione e delle comunità straniere in Italia.

Dai dati Istat riportati dal rapporto, emerge che in Italia gli under 18 con genitori di origine immigrata sono più di un milione, equamente ripartiti tra maschi e femmine. Fino a qualche anno fa si trattava soprattutto di ragazzi nati all’estero, mentre oggi la maggioranza, 7 su 10, è nata in Italia.

Il documento dedica spazio anche ai dati Miur sulla scuola, che mostrano come nell’anno scolastico 2016-2017 la parte più ampia degli studenti stranieri si concentra nella scuola primaria, seguita dalla scuola secondaria di II grado e, con una presenza ancor più contenuta, dalla scuola secondaria di I grado. È nato in Italia il 30,4% degli studenti stranieri delle scuole secondarie di I e II grado; il 23,5% è arrivato prima dei 6 anni, il 26,2% è entrato in Italia tra i 6 e i 10 anni e il 19,9% è arrivato a 11 anni e più.

Tra i minorenni di nuova generazione alla continua ricerca di un equilibrio tra le proprie tradizioni culturali e le abitudini e i riti sociali del paese in cui vivono, la metà femminile rappresenta la categoria più a rischio. Infatti è sulle giovani adolescenti che si concentrano le aspettative delle famiglie, in termini di mantenimento dei ruoli e delle tradizioni. Le ragazze spesso non si sentono sufficientemente ascoltate e comprese dalle loro famiglie e si sentono a disagio anche nei confronti delle coetanee, a causa delle diverse condizioni economiche.

Nel documento vengono infine riportate le buone pratiche e le criticità emerse dal lavoro di analisi, così come una serie di indicazioni sulle azioni possibili per l’inclusione e la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze di nuova generazione, tra cui rientrano non solo raccomandazioni alle scuole, quali la sensibilizzazione del personale che entra in contatto con questi giovani e la promozione della cultura della prevenzione, ma anche ai giornalisti per la revisione del linguaggio e delle narrazioni che riguardano questi giovani. La Garante sollecita così istituzioni, operatori, professionisti e organizzazioni a cogliere le raccomandazioni avanzate a tutela dei diritti delle persone di minore età.