20 novembre 2012, si celebra oggi il 23esimo anniversario dell’adozione della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC), ratificata in Italia con Legge n. 176 il 27 maggio 1991.
Nel 2011 il Comitato ONU ha espresso la propria preoccupazione per la mancanza di uniformità nell’applicazione della Convenzione a livello locale. Il Gruppo CRC ha quindi chiesto agli Assessori e ai Garanti regionali come vengono rispettati i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nelle Regioni Italiane.
La CRC, adottata dopo quasi un decennio di lavori preparatori, rappresenta il riconoscimento da parte dell’intera comunità internazionale della necessità di uno strumento dotato di forza obbligatoria, quale appunto una Convenzione, che se ratificata crea l’obbligo in capo agli Stati di uniformarsi alle disposizioni in essa contenute. L’Italia ha ratificato la Convenzione il 27 maggio 1991, con Legge n. 176, prendendosi così l’impegno di dare attuazione ai principi e a diritti in essa affermati e riconosciuti a tutti i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze con meno di 18 anni che vivono nel nostro Paese.
Il 7 ottobre 2011 il Comitato ONU per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ha pubblicato le proprie Osservazioni Conclusive, documento che chiude il percorso di monitoraggio dell’attuazione della Convenzione ONU e che raccoglie le raccomandazioni del Comitato ONU sullo stato di attuazione della CRC e/o dei Protocolli Opzionali. Nel documento il Comitato ONU rende noto il proprio parere, sottolineando i progressi compiuti ed evidenziando i punti critici, invitando il Governo ad intervenire laddove non vi sia congruità, anche attraverso la richiesta esplicita di modifiche legislative.
Al punto 8 delle Osservazioni Conclusive del 2011 il Comitato ONU si dichiara preoccupato che il trasferimento dei poteri dagli enti di governo centrali a quelli regionali, fino agli organi più decentrati, possa portare a un’applicazione non uniforme della Convenzione a livello locale. […] Il Comitato è preoccupato inoltre per la mancanza presso la Conferenza stato-regioni di un gruppo di lavoro per il coordinamento della pianificazione e dell’applicazione delle politiche riguardanti i diritti dei minori. Nel ribadire che il governo centrale è responsabile dell’applicazione della Convenzione, […] il Comitato raccomanda che l’Italia sviluppi meccanismi efficaci per garantire un’applicazione coerente della Convenzione in tutte le regioni, rafforzando il coordinamento tra il livello nazionale e regionale.
Partendo quindi dalle Osservazioni Conclusive del Comitato ONU, il Gruppo CRC ha realizzato e pubblicato a giugno 2012 il 5° Rapporto CRC. Il Rapporto, come di consueto, attraverso le proprie raccomandazioni poste alla fine di ogni paragrafo, fornisce alle istituzioni competenti indicazioni concrete e attuabili per promuovere un cambiamento e garantire a TUTTE le persone di minore età l’esercizio dei propri diritti. L’impegno del Gruppo CRC rimane sempre di garantire un aggiornamento annuale puntuale, sviluppando un sistema di monitoraggio sugli impegni presi dalle istituzioni, anche a livello regionale, rispetto alle raccomandazioni contenute nel Rapporto CRC.
Per questo motivo, in occasione dell’anniversario dell’adozione della CRC, abbiamo chiesto agli Assessori e ai Garanti regionali di rilasciare una breve dichiarazione in merito all’attuazione della CRC a livello locale, con un focus particolare alle risorse investite per l’infanzia e l’adolescenza a livello locale (punti 14 e 15 delle Osservazioni Conclusive), alla raccolta ed il monitoraggio dei dati (punti 16 e 17 delle Osservazioni Conclusive) e, nelle Regioni in cui non c’è, un aggiornamento in merito alla nomina del Garante regionale (punto 2 delle Osservazioni Conclusive).
Ecco cosa ci hanno risposto gli Assessori e i Garanti: