Tra le priorità le famiglie con minori, in particolare quelle numerose.

Il 7 giugno 2012 il Consiglio del Ministri, su proposta del Ministro della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione con delega alla Famiglia, ha approvato il Piano nazionale per la famiglia, in attuazione della disposizione contenuta nella L. 296/2006 che prevede la realizzazione di un “Piano nazionale per la famiglia che costituisca il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all’attuazione dei diritti della famiglia, nonché acquisire proposte e indicazioni utili per il Piano e verificarne successivamente l’efficacia, attraverso la promozione e l’organizzazione con cadenza biennale di una Conferenza nazionale sulla famiglia” (art. 1251 comma a)).

Il testo del Piano nazionale per la famiglia è stato elaborato nell’ambito delle attività dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia – organo misto che comprende rappresentanze dei livelli di Governo, delle parti sociali e della società civile – che ha, tra le sue funzioni, il supporto al Dipartimento per le politiche della famiglia ai fini della predisposizione del Piano medesimo.

Gli interventi previsti dal Piano, si articolano secondo le seguenti direttrici:

 equità economica (fiscalità generale, tributi locali, revisione dell’ISEE);

 politiche abitative per la famiglia;

 lavoro di cura familiare (servizi per la prima infanzia, congedi, tempi di cura e interventi sulla disabilità e non autosufficienza);

 pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro;

 privato sociale, terzo settore e reti associative familiari;

 servizi consultoriali e di informazione (consultori, mediazione familiare, centri per le famiglie);

 immigrazione (sostegni alle famiglie immigrate);

 alleanze locali per le famiglie;

 monitoraggio delle politiche familiari.

Per quanto riguarda le priorità, il Piano individua tre aree di intervento urgente:

 Le famiglie con minori, in particolare le famiglie numerose (sono tali, in Italia, le famiglie con 3 figli o più, essendo l’ampiezza media della famiglia pari a 2,4 componenti al 1 gennaio 2011). Nel Piano viene sottolineato che “le azioni del presente Piano si raccordano con quanto previsto nel Terzo Piano biennale nazionale di azioni e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva, adottato con DPR 21 gennaio 2011 (G.U. n. 106 del 9 maggio 2011)”.

 Le famiglie con persone con disabilità o anziani non autosufficienti.

 Le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia, sia nelle relazioni genitori-figli, che richiedono sostegni urgenti.

Infine, nel Piano si accenna all’importante tema dell’identificazione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali. Nell’introduzione, in cui si sottolinea “l’urgente necessità dell’Italia di avere un quadro organico e di medio termine delle politiche familiari” (contrariamente ad altri Paesi europei, l’Italia non ha sinora avuto un Piano nazionale di politiche familiari, inteso come un quadro organico e di medio termine di politiche specificatamente rivolte alla famiglia), si fa riferimento alla modifica delle competenze in materia di politiche familiari a seguito dell’attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione e della riforma in senso federale dello Stato italiano e si specifica che sarà necessario trovare “misure che potranno e dovranno essere messe in capo alle istituzioni secondo i vari livelli territoriali, nel quadro di uno Stato sociale plurale, sussidiario e societario, che tenga conto anche della necessità di assicurare i livelli essenziali di prestazione su scala nazionale.”

Leggi il Piano nazionale per la Famiglia