Desiderio di riscatto, paura per l’economia delle loro famiglie, insoddisfazione verso la scuola, tanta ansia e inquietudine verso il futuro: con il report “Diritti ai margini. Rimettere al centro il futuro di bambini/e e adolescenti delle periferie italiane” WeWorld ha fotografato emozioni, paure, sogni e desideri di bambini/e e ragazzi/e dagli 8 ai 19 anni, residenti nelle periferie di cinque città italiane dove l’organizzazione ha attivi alcuni centri per supportare i giovani e le loro famiglie e contrastare disuguaglianze, dispersione scolastica e povertà educativa.
Il Report è partito da una semplice domanda, “Come stai?”, fatta ai giovani delle periferie italiane coinvolti nei progetti a Milano (quartiere Barona) a Roma (San Basilio), Cagliari (Sant’Elia), Catania (San Cristoforo), Aversa, per poi analizzare la loro condizione, con contributi degli operatori che tutti i giorni lavorano con i\le ragazzi\e. I\le protagonisti\e sono stati interpellati \e sulla loro situazione socioeconomica ma soprattutto sulle loro emozioni e aspettative per il futuro: il risultato è una “fotografia” delle periferie italiane che ne mette in luce complessità e difficoltà ma anche desideri e speranze.
Ad emergere è prima di tutto la necessità di ribaltare la prospettiva sulle periferie.
L’educazione è un diritto che riguarda il pieno sviluppo della personalità umana, nonché condizione per l’esercizio e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Garantire un’educazione inclusiva e di qualità ha benefici non solo sui singoli, ma su tutta la comunità. In questo senso, la scuola è un luogo fondamentale e rappresenta un potente strumento di contrasto alle disuguaglianze.
Le periferie si trovano un po’ dappertutto: dai quartieri nati abusivamente e ora sanati, lontani dai centri urbani, agli enormi complessi residenziali pubblici, situati a due passi dal centro storico, passando per le piccole località di montagna. In queste molteplici e diverse periferie sociali, le disuguaglianze si distribuiscono lungo i confini regionali, provinciali e comunali e sono tutte accomunate da minori opportunità formative, di accesso e partecipazione a un’educazione di qualità, incidendo sulle prospettive future, professionali e lavorative di tutto il tessuto sociale, ma in particolare dei/lle più giovani. Per affrontare e contrastare queste disuguaglianze, è fondamentale mettere in campo interventi strutturali, che coinvolgano tutta la comunità educante, e che agiscano, allo stesso tempo, sulle competenze cognitive ed extra-cognitive e, soprattutto, sulla qualità dell’offerta culturale e formativa e sulle possibilità socioeconomiche dei territori. L’obiettivo è che il futuro delle nuove generazioni non sia segnato, fin da subito, dal luogo in cui nascono perché oggi nei territori che hanno minore offerta le competenze di studenti e studentesse sono più basse, come mostrato dai dati del report.
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