Il 16 Aprile i ministri del Lavoro e degli Affari Sociali dell’Unione Europea, la Commissione, il Parlamento Europeo e le parti sociali, hanno adottato la Dichiarazione de ‘La Hulpe’ dal nome della località Belga dove è stata firmata, ‘sul Futuro dell’Europa Sociale’. La dichiarazione impegna i firmatari a rafforzare l’agenda sociale Europea nella prossima legislatura (2024-2029) e, in particolare, il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.
A questo fine, la Dichiarazione riconosce i servizi educativi per la prima infanzia come fondamentali, grazie al loro significativo impatto sociale ed economico. Questi servizi, infatti, migliorano le competenze di tutte le bambine e i bambini, aiutando in modo particolare quelli più svantaggiati, aumentano l’occupazione, soprattutto femminile, promuovono la crescita economica. I benefici sono importanti anche dal punto di vista finanziario, perché il ritorno economico dell’investimento nella prima infanzia è significativo.
La dichiarazione sottolinea l’importanza di 1) investire per garantire a tutti i bambini e le bambine come diritto individuale servizi educativi per la prima infanzia accessibili e di qualità; 2) migliorare le capacità del sistema (a livello del governo centrale ma anche delle amministrazioni locali) di pianificare, anche attraverso l’utilizzo di dati più accurati, politiche che promuovono equità e qualità e 3) riconoscere l’importanza del lavoro svolto da educatrici ed educatori e da tutto il personale nei servizi educativi per la prima infanzia, sostenendo la loro professionalizzazione e garantendo condizioni di lavoro e salariali adeguate.
La Dichiarazione de La Hulpe è in continuità con altre iniziative intraprese a livello europeo, in particolare con la Raccomandazione del Consiglio Europeo dell’8 dicembre 2022, che fissa i nuovi ‘obiettivi di Barcellona’, ovvero l’estensione dell’offerta educativa per la prima infanzia al 45% per i bambini/e sotto i tre anni e al 96% per quelli da 3 anni all’inizio della scuola primaria, e la Garanzia europea per l’infanzia (2021), che stabilisce il principio che ogni bambino/a a rischio di povertà ed esclusione sociale abbia accesso a servizi di cura e educazione di alta qualità, e richiede agli Stati Membri di sviluppare piani adeguati per raggiungere la piena equità di accesso.
Per tutte queste considerazioni, le associazioni della rete Alleanza per l’infanzia auspicano che le forze politiche nel Parlamento italiano e i/le rappresentanti italiani/e nel nuovo Parlamento Europeo si impegnino a:
– Promuovere l’espansione dei servizi educativi per la prima infanzia di qualità, uniforme sul territorio nazionale, in modo da garantire a tutti i bambini e tutte le bambine il diritto a esperienze educative extrafamiliari fin da piccoli.
– Garantire ai Comuni i costi di gestione necessari al mantenimento di servizi educativi per la prima infanzia di qualità, e rendere gratuita la partecipazione dei/delle minori maggiormente svantaggiati economicamente.
– Intervenire sui requisiti formativi e sui curricula necessari per lavorare nei servizi educativi 0-6 anni, superando divisioni che smentiscono il principio di un sistema integrato per questa fascia di età.
– Attuare una progettazione articolata e congiunta tra Atenei, Amministrazioni regionali e Enti Locali affinché siano qualificati educatrici/educatori e docenti in numero corrispondente al fabbisogno previsto nei vari territori, anche al fine di evitare, come già accade per altri ordini scolastici, problematici fenomeni di migrazione di docenti da una Regione all’altra e un costante ricorso al precariato delle supplenze.
– Garantire la continuità e la stabilità del personale attraverso una maggiore omogeneità a livello nazionale delle condizioni lavorative e il possesso di medesimi requisiti professionali riconosciuti a livello contrattuale e remunerativo, a prescindere dal tipo di gestione: pubblica, del terzo settore o privata. Oltre a un sostegno costante di finanziamenti pubblici alla gestione dei servizi, ciò richiede adeguate modalità di controllo per evitare il ricorso ad appalti, affidamenti, concessioni, che non tengano conto sia delle qualifiche necessarie, sia del giusto costo del lavoro, determinando un abbassamento della qualità offerta alle bambine, ai bambini e alle loro famiglie.
– Promuovere la messa a punto di un sistema di raccolta di dati nell’ambito del Sistema Statistico Nazionale, mirato a monitorare in maniera uniforme su tutto il territorio nazionale il sistema di offerta di servizi educativi per la prima infanzia, anche dal punto di vista della qualità, del personale e della soddisfazione degli e delle utenti.
– Sostenere e rafforzare, nel Nuovo Parlamento Europeo e in tutte le sedi opportune, il Pilastro europeo dei diritti sociali e in particolare quanto emerso dalla Dichiarazione de La Hulpe in tema di servizi educativi per la prima infanzia, anche richiedendo la messa a punto di un sistema di raccolta di dati più attendibile e confrontabile tra i diversi Paesi di quello attualmente utilizzato da Eurostat.
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