Scelte compromesse” è il nome del nuovo report nazionale dell’Osservatorio promosso da Openpolis e Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.

 

L’adolescenza è l’età in cui ragazze e ragazzi compiono molte delle decisioni che definiranno la loro vita successiva, a partire dalla scuola. Per accompagnare questa fase, un aspetto decisivo è garantire a tutti, a prescindere dalle condizioni di partenza, di poter decidere liberamente e in piena consapevolezza il proprio percorso. Questo percorso, tuttavia, appare già determinato per tanti adolescenti, sia per ragioni culturali, sociali, economiche o educative. L’emergenza COVID rischia quindi di compromettere ancora di più il diritto alla scelta degli adolescenti.

Il diritto alla scelta può essere compromesso da disuguaglianze sociali. In Italia, chi ha alle spalle una famiglia con status socio-economico-culturale alto, nel 54% dei casi raggiunge risultati buoni o ottimi nelle prove di italiano. Per i loro coetanei più svantaggiati, nel 54% dei casi il risultato è insufficiente.

Lasciare la scuola prima del tempo è la massima negazione del diritto alla scelta degli adolescenti. A livello nazionale, nel 2004 quasi un giovane su 4 aveva abbandonato studi e formazione prima del tempo. La quota di giovani tra 18 e 24 anni senza diploma né qualifica professionale era infatti il 23,1%.

Un ulteriore elemento che può vincolare la scelta dei percorsi di istruzione e le prospettive successive è il territorio in cui si nasce. In molti casi, gli adolescenti stranieri finiscono con il lasciare gli studi precocemente, in misura molto più ampia rispetto ai coetanei. Il ritardo scolastico è anche una ragione dell’ampio divario in termini di apprendimento tra ragazzi italiani e stranieri e che spesso segna tutto il percorso successivo. Oltre la metà degli alunni stranieri nelle scuole superiori ha almeno un anno di ritardo.

Per evitare una generazione segnata da “scelte compromesse” è necessario garantire a tutti gli adolescenti gli strumenti per determinare il proprio percorso. È fondamentale che il sistema educativo sia in grado di garantire a tutti – a prescindere dall’origine – questo tipo di strumenti cognitivi.

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