L’Organizzazione Internazionale del Lavoro e UNICEF avvertono che 160 milioni di bambini sono coinvolti nel fenomeno del lavoro minorile e che nove milioni di bambini in più sono a rischio a causa della pandemia.

 

Negli ultimi 4 anni il numero di bambini in tutto il mondo costretti a lavorare è salito a 160 milioni. A questa cifra si aggiungono tutti quei bambini che sono a rischio a causa dell’impatto della crisi pandemica. Questi e molti altri sono i dati che emergono dal nuovo rapporto elaborato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) in collaborazione con UNICEF, pubblicato il 12 giugno in occasione della giornata mondiale contro il lavoro minorile.

Si tratta del primo rapporto congiunto tra ILO e UNICEF sul tema del lavoro minorile e fa parte di una ampia strategia inter-agenzia, atta a monitorare il cammino verso l’eradicazione del fenomeno e il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile 8.7.

Il rapporto, intitolato “Child Labour: 2020 global estimate, trend and the road forward”, mostra con chiarezza che la strada verso l’eliminazione del lavoro minorile è assai lunga e tortuosa, e che per la prima volta dopo anni di miglioramenti, ha subito un’inversione di rotta a causa del Covid-19, facendo aumentare il numero di bambini tra i 5 e i 17 anni costretti a lavorare a circa 160 milioni.

A tal proposito, il Direttore Generale dell’OIL, Guy Ryder ha affermato: “Le nuove stime sono un campanello d’allarme. Non possiamo restare a guardare mentre una nuova generazione di bambini è a rischio. Un sistema di protezione sociale inclusivo permette alle famiglie di poter mandare i loro figli a scuola anche in un contesto di vulnerabilità e difficoltà economica. È essenziale aumentare gli investimenti nello sviluppo rurale e nel lavoro dignitoso in agricoltura. Ci troviamo in un momento cruciale e molto dipende dalla qualità della nostra risposta. È ora di rinnovare con forza il nostro impegno per invertire la rotta e spezzare il ciclo della povertà e del lavoro minorile”.

Le stime contenute all’interno del rapporto si basano sui risultati di 106 indagini che coprono più del 70 per cento della popolazione mondiale dei bambini di età compresa tra i 5 e i 17 anni.

Un dato preoccupante all’interno del rapporto riguarda le prospettive future: si stima che entro la fine del 2022 nove milioni di bambini saranno a rischio di entrare nei pericolosi meccanismi del lavoro e dello sfruttamento minorile a causa della pandemia. Infatti, le chiusure delle scuole e l’interruzione di molti lavori, hanno costretto le famiglie in condizione di maggiore vulnerabilità a far lavorare i propri figli, o a farli lavorare in condizioni peggiori.

“Stiamo perdendo terreno nella lotta contro il lavoro minorile e l’ultimo anno non ha reso questa lotta più facile”, ha commentato la Direttrice Generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “In questo secondo anno di confinamento a livello mondiale, con la chiusura delle scuole, l’interruzione delle attività economiche e la riduzione dei bilanci nazionali, le famiglie sono costrette a fare scelte disperate. Esortiamo i governi e le banche internazionali per lo sviluppo a dare priorità agli investimenti in programmi che possano far uscire i bambini dalla forza lavoro e riportarli a scuola, e in programmi di protezione sociale che possano aiutare le famiglie ad evitare di ricorrere a tale scelta”.

 

Il rapporto in inglese

 

Il riassunto in italiano