Disponibile il report finale sui servizi educativi per la prima infanzia, risultato dell’Accordo di collaborazione tra il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia – Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Istat e l’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Il documento offre una panoramica completa delle strutture dedicate ai bambini sotto i tre anni, delineando le principali sfide che il settore si trova ad affrontare. Il report integra dati provenienti da varie fonti per l’anno educativo 2022/2023, tra cui l’indagine campionaria sui servizi educativi svolta nell’ambito dell’Accordo, i dati Istat di diverse indagini totali e campionarie condotte a livello nazionale ed europeo, quelli del Ministero dell’Istruzione e del Merito e dell’Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale.

Uno dei punti chiave messi in luce è l’aumento dell’offerta di posti, anche se persistono significative disuguaglianze territoriali. Il Mezzogiorno, pur registrando segnali di crescita, resta lontano dall’obiettivo del 33% di copertura fissato dall’Unione Europea. In questo contesto, il report sottolinea il ruolo cruciale dei fondi del PNRR, che destinano il 55% degli investimenti ai comuni del Sud Italia, con l’intento di potenziare le strutture educative nelle aree a bassa copertura. Tuttavia, il successo di queste iniziative dipenderà non solo dall’ampliamento dell’offerta, ma anche dalla capacità di mantenere alta la qualità dei servizi e di reclutare il personale necessario, sfide che richiederanno un’attenta pianificazione e coordinamento tra i vari livelli istituzionali.

Tra le novità più rilevanti, il report quantifica per la prima volta il comparto lavorativo del settore dei servizi educativi per l’infanzia, fornendo anche una stima del numero di educatori ed educatrici necessari per attivare i posti finanziati dal PNRR. Il report descrive inoltre le caratteristiche demografiche, il tipo di contratto di lavoro e il livello di istruzione del personale, evidenziando che oltre il 99% è rappresentato da donne, in maggioranza con contratti a tempo indeterminato e con un livello crescente di laureati.

Inoltre, viene evidenziato un incremento della domanda di servizi educativi rispetto all’anno precedente, nonostante il calo della natalità. Più del 48% delle strutture ha dichiarato un aumento delle iscrizioni, con una pressione particolarmente forte sui servizi educativi pubblici, che nel 68% dei casi non riescono a soddisfare tutte le richieste di iscrizione. Questi dati confermano la necessità di un’espansione dell’offerta per rispondere alle crescenti esigenze delle famiglie.

Per maggiori dettagli, è possibile consultare il report completo.