La forte urbanizzazione e la mancanza di aree verdi facilmente accessibili hanno effetti evidenti soprattutto su bambini e bambine che interagiscono con un mondo sempre più digitale e sintetico che li allontana dalle opportunità di gioco non strutturato all’aperto e dall’interazione con il mondo naturale. Nonostante siano connessi a livello globale attraverso la tecnologia, mancano di connessioni vitali con l’ambiente esterno.

Attualmente in Italia solo un bambino su dieci svolge l’attività fisica raccomandata per la sua età e ciò favorisce l’aumento del sovrappeso e dell’obesità, che colpisce gravemente la nostra popolazione infantile (più del 30% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni). Nel panorama europeo, l’Italia da diversi anni, si conferma tra i primi posti per l’incidenza di quella che è ormai ampiamente riconosciuta come una patologia.

La disponibilità di spazi verdi in prossimità del luogo di residenza aumenta la possibilità di effettuare attività ricreative e sport, con tutti i vantaggi per la salute che ciò comporta, a partire da un miglior equilibrio ponderale dei bambini e degli adolescenti. Questa disponibilità inoltre favorirebbe l’autonomia dei bambini e dei ragazzi, ne stimolerebbe la curiosità e l’intelligenza, li aiuterebbe a imparare a gestire e a contenere lo stress, aumentando la loro autostima e migliorando quindi anche la loro salute mentale. Il benessere psichico e relazionale di bambini e adolescenti è un altro aspetto, non meno importante di quello fisico, che sembra risentire in modo favorevole della frequentazione di spazi verdi e/o alberati. Il contatto con ambienti naturali infatti comporta una minore esposizione agli eventi stressanti tipici della vita in città, favorendo la rigenerazione fisica e psichica e migliorando di conseguenza la salute mentale e lo sviluppo cognitivo di bambini e bambine.

Oggi il 57% della popolazione mondiale vive in aree urbane, circa 4,5 miliardi di persone, una percentuale che dovrebbe diventare del 68% nel 2050. In pratica aggiungeremo altri 2,5 miliardi di persone nelle aree urbane nel 2050. In Italia, già oggi il 75% della popolazione vive in ambiti urbani.

Di fronte a questa sfida globale, nel 2015 l’ONU dedica uno degli obiettivi (11 – Città e comunità sostenibili) dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile a rendere le città inclusive, sicure, resilienti e sostenibili, consentendo l’accesso universale a spazi verdi pubblici, in particolare per donne, bambini, anziani e persone con disabilità.

In Italia l’espansione urbana, che ancora continua dal dopoguerra, ha portato a percentuali di aree costruite molto elevate, riducendo di conseguenza la presenza delle aree verdi. Dagli anni ‘50 ad oggi le superfici artificiali sono più che raddoppiate: con le aree verdi che perdiamo vengono meno servizi ambientali importanti per adattarsi e proteggersi dagli effetti dei cambiamenti climatici, ridurre le emissioni, aumentare la biodiversità e migliorare il benessere delle persone.  Nella pianificazione urbana, densità di popolazione, sostenibilità, natura e benessere umano non devono più essere in competizione tra loro. Serve impedire la cementificazione di nuove aree naturali, preservando allo stesso tempo tutti gli spazi verdi all’interno e intorno al tessuto urbano. Si devono considerare azioni di rinverdimento e riforestazione, ma anche interventi per demolire costruzioni degradate e dismesse, ripristinando il suolo naturale.

Le aree verdi urbane rappresentano una risorsa fondamentale per la qualità della vita in città e non devono essere intese come decoro o “vuoto” urbano da riempire con costruzioni, ma come vera e propria “infrastruttura” strategica per comunità e territori sani e resilienti.

La natura all’interno e intorno alle città può effettivamente aiutare a renderle:

più sane: oltre un terzo delle morti premature da caldo estremo potrebbe essere evitato con più natura in città (per esempio, con un aumento del 30% della copertura arborea);
più sicure: le piante in città mitigano gli effetti degli estremi meteorologici, rallentando ad esempio il deflusso delle acque piovane, migliorando l’infiltrazione, rimuovendo gli inquinanti e attenuando l’effetto “isola di calore”;
più piacevoli: le aree verdi forniscono spazio per attività ricreative e luoghi per eventi sociali e culturali;
più attraenti: la biodiversità fornisce esperienze immersive per gli abitanti delle città e dei paesi periurbani, creando paesaggi diversi e mantenendo tradizioni culturali;
più ricche: la natura in città offre opportunità per la produzione di alimenti, genera servizi ecosistemici economicamente preziosi e contribuisce a renderle turisticamente attrattive;
più stimolanti: la biodiversità urbana stimola le facoltà cognitive soprattutto nelle giovani generazioni.

 

A cura di Martina Alemanno, Education Programme Manager, WWF Italia e Giulia D’Agata, Education Programme Officer, WWF Italia

 

 

Per approfondimenti si veda:

Il Report di WWF “Benessere e natura”,

l’infografica di WWF “Effetto natura sui bambini: 10 cose che non sai

e la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata ad Ambiente e salute infantile.