Il 12 giugno 2011 venne approvata la legge istitutiva dell’Agia (Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza). Il primo passo però risale al dicembre 2008, in seguito alla raccomandazione del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in merito alla necessità per l’Italia di dotarsi di un ente di garanzia. Dal 2011 al 2021 i garanti sono stati 3: Vincenzo Spadafora, Filomena Albano e Carla Garlatti, l’attuale garante entrata in carica il 14 gennaio scorso.

Sono numerose e varie le attività svolte in questi dieci anni, di cui si possono trovare informazioni dettagliate nelle Relazioni annuali rivolte al Parlamento. Tra queste, è importante menzionare alcuni importanti traguardi, tra cui l’adozione della Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, le linee guida per gli studenti che vivono fuori dalla famiglia d’origine. Ma anche la prima indagine nazionale sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia e sui minorenni in comunità, l’analisi delle risorse nazionali dedicate all’infanzia e all’adolescenza nel bilancio dello Stato e molto altro.  Non finisce qui: l’Autorità garante ha fornito anche indicazioni per la riforma degli affidi, richiesto e ottenuto l’istituzione di un fondo per sostenere i care leavers, lottato per sbloccare i fondi dei figli di vittime di crimini domestici e sostenuto i tutori volontari di minori stranieri non accompagnati.

Ma l’Autorità garante guarda soprattutto al futuro dei diritti dei bambini e adolescenti in Italia. A tal proposito, la Garlatti ha osservato: “Il compito di raccogliere le esigenze dei minorenni e portarlo all’attenzione delle istituzioni, oltre a quello di promuoverne i diritti, è stato svolto cercando di definire ruolo e poteri di un soggetto indipendente, che si è sentito in dovere di incidere nel cambiamento della società così da farla divenire più rispettosa dei diritti di bambini e ragazzi. Ora occorre fare un passo in avanti: da un lato con il rafforzamento dei poteri dell’Autorità, come si propongono alcune iniziative di legge, dall’altro sviluppando la partecipazione dei minori alle decisioni che li riguardano”.

Dieci tappe in dieci anni