L’articolo 29 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza sottolinea che l’educazione deve avere come finalità il “favorire lo sviluppo della personalità del fanciullo nonché lo sviluppo delle sue facoltà e delle sue attitudini mentali e fisiche, in tutta la loro potenzialità”. Il compito fondamentale del sistema scolastico è proprio quello di offrire a studenti e studentesse gli strumenti necessari per affrontare la propria vita con consapevolezza e autonomia. La scuola non è soltanto un luogo formativo nel senso stretto del termine, ma è anche uno spazio di sviluppo sociale ed emotivo. L’obiettivo della scuola, infatti, non è solo quello di trasferire conoscenze, ma anche di fornire agli studenti e alle studentesse gli strumenti essenziali alla propria crescita e di offrire un luogo dove bambini, bambine, ragazzi e ragazze possano avere la possibilità di sviluppare le loro competenze cognitive, emotive e relazionali.
L’acquisizione delle competenze trasversali permette agli studenti e alle studentesse di acquisire conoscenze, abilità e atteggiamenti utili ad affrontare situazioni diverse. Queste competenze sono considerate obiettivi formativi prioritari, poiché promuovono capacità di riflessione, apprendimento autonomo e adattamento continuo. La recente Legge n. 22 del 2025 “Introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi delle istituzioni scolastiche e dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti nonché nei percorsi di istruzione e formazione professionale”, entrata in vigore dal 20 marzo 2025, rappresenta un cambiamento significativo nella visione dell’insegnamento in Italia. Il suo obiettivo primario è superare una visione dell’insegnamento basata unicamente sulle conoscenze disciplinari, mirando invece a promuovere lo sviluppo armonico e integrale della persona, delle sue potenzialità e dei suoi talenti, e la cultura della competenza. Per raggiungere tali scopi, la Legge 22/2025 incarica formalmente il Ministero dell’Istruzione e del Merito di favorire percorsi didattici volti allo sviluppo delle competenze non cognitive e trasversali nelle attività educative e didattiche di tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie di ogni ordine e grado. Nel dettaglio, si prevedono ora l’elaborazione di linee guida nazionali per integrare in modo organico le competenze non cognitive nei programmi scolastici, l’avvio di una mappatura delle esperienze già esistenti, così da valorizzare le buone pratiche già in atto e un piano triennale di formazione per i docenti, realizzato in collaborazione con università ed enti specialistici, per fornire agli insegnanti gli strumenti necessari ad insegnare queste competenze. In parallelo, dovrà essere svolta una sperimentazione nazionale volta a individuare le competenze non cognitive più rilevanti e a testare metodologie didattiche innovative. Questo dimostra come la legge riconosca in maniera formale l’importanza cruciale delle competenze non cognitive e trasversali nell’educazione, elevandole a pilastro fondamentale del percorso educativo e formativo dei bambini e delle bambine. L’integrazione di queste competenze mira a rendere la scuola un ambiente più inclusivo e formativo, capace di preparare gli studenti non solo per il mondo del lavoro, ma anche per la vita in una società complessa e in continua evoluzione.
Lo sviluppo di competenze trasversali favorisce una crescita equilibrata e armonica, aiutando ragazzi e ragazze a sviluppare autostima, autonomia e capacità di relazione con gli altri. Questo lavoro diventa ancora più cruciale nei contesti di forte povertà educativa, dove spesso mancano stimoli e opportunità: qui la scuola può diventare un vero motore di riscatto sociale, offrendo a studenti e studentesse strumenti preziosi per superare le barriere e costruire un futuro migliore. Investire sulle competenze trasversali significa, quindi, contribuire a ridurre le disuguaglianze e a garantire pari opportunità di sviluppo per tutti.
Proprio a partire da questa visione è nato il progetto “Stringhe: piccoli numeri in movimento” – intervento promosso da Mission Bambini con 17 partner e selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Realizzato tra il 2020 e il 2025 nelle periferie di Milano, Napoli e Catania, l’intervento ha sviluppato un approccio didattico ed educativo innovativo, la Metodologia Integrata Stringhe (MIS), risultato di un percorso di ricerca e convalida della durata di 4 anni gestito e scientificamente costruito dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto per le Tecnologie Didattiche. La MIS integra due elementi spesso considerati idiosincratici: da un lato, l’attività motoria, strumento fondamentale nei primi anni di sviluppo non solo per apprendere le funzionalità del proprio corpo, ma soprattutto se si considera che ad esso è connesso lo sviluppo di altre competenze come quelle del linguaggio o relazionali; dall’altro, l’educativa digitale, che offre opportunità di apprendimento personalizzato e interattivo, stimolando la curiosità, il problem solving e le capacità analitiche. Calando queste discipline nel contesto delle attività curriculari di differenti materie di studio della scuola primaria, “Stringhe” propone un nuovo modo di fare scuola, in grado di sviluppare competenze trasversali di alto livello in parallelo alle conoscenze disciplinari. In un contesto in cui il sistema educativo è chiamato ad un processo di rinnovamento, esso rappresenta una proposta concreta di innovazione didattica ed educativa, capace di valorizzare la scuola come spazio di crescita personale e sociale, creando ambienti di apprendimento dinamici, interattivi e personalizzati, in cui gli studenti e studentesse diventano protagonisti attivi del proprio percorso formativo.
A cura di Anna Morali e Alessandro Boschini, Mission Bambini ETS
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