In data 8 febbraio 2024 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato definitivamente le Linee di indirizzo sul sistema di accoglienza (affido e comunità) su proposta elaborata dal preposto Tavolo tecnico – rappresentativo sia della componente pubblica che del privato sociale – costituito presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.  L’approvazione delle Linee di indirizzo è un passo importante nel quadro dell’individuazione di politiche e azioni finalizzate a garantire il superamento delle attuali disomogeneità regionali in tale ambito per rendere esigibile il diritto alla non discriminazione per tutti i soggetti di minore età presenti a qualunque titolo sul territorio italiano così come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC).  Per tale ragione il prossimo passo auspicato è la ratifica in tutte le Regioni delle Linee di indirizzo recentemente approvate.

La ridefinizione e l’aggiornamento delle Linee di indirizzo nazionali per affidamento familiare e accoglienza residenziale (le precedenti Linee di indirizzo risalgono al 2012/2013 per l’affido e al 2017 per le comunità) è stata un’importante occasione per garantire coerenza con il mutato quadro normativo: si pensi, ad esempio, al necessario  recepimento della Legge 47/2017 “Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” a tutela dei diritti dei minorenni migranti soli, della Legge 173/2015 “sul diritto alla continuità affettiva dei bambini e delle bambine in affido familiare” e della Legge 206/2021 e successivo D.lgs. 149/2022 (la cosiddetta Legge Cartabia) che modifica drasticamente il sistema della giustizia minorile in ambito civile (riforma processuale e ordinamentale). È stata altresì un’importante occasione per rivedere e rivalutare il complesso sistema di accoglienza alla luce dei cambiamenti sociali in ambito minorile e familiare, dei nuovi bisogni, delle innovazioni, delle sperimentazioni e delle buone prassi che lo stesso sistema di accoglienza è stato in gradi di proporre.

Elementi significativi delle “nuove” Linee di indirizzo sono indubbiamente rappresentati dalla riproposizione importante del principio di appropriatezza e di complementarietà (non contrapposizione) tra affido e comunità (il Tavolo tecnico ha lavorato congiuntamente su entrambe le linee di indirizzo) con accento importante sui processi e gli interventi di prevenzione e sostegno alla famiglia d’origine (con un chiaro richiamo alla esigibilità dei LEP connessi all’adeguamento organici servizio sociale e al progetto PIPPI Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione). Contestualmente le Linee di indirizzo enfatizzano maggiormente e correttamente il ruolo dei territori/comunità locali riconoscendo centrale la funzione degli enti locali/ambito territoriale sociale (ex lege 328/2000) quale luogo “titolare nella pianificazione dei servizi sociali e nel dare risposte ai bisogni dei cittadini”: è il principio della cura dei luoghi abituali di vita delle persone, delle relazioni che fanno delle comunità locali luoghi vivi e vitali. In tale contesto si inquadra anche il riconoscimento esplicito dell’affido familiare quale evento di responsabilità individuale e collettiva riconoscendo il ruolo delle associazioni familiari e delle reti di famiglie laddove si afferma che l’affidamento familiare affonda le sue radici nella comunità locale che è co-responsabile insieme al sistema dei servizi sociali territoriali della cura del bambino e della sua famiglia.

Brevemente, e solo accennati, alcuni degli altri elementi significativi: il principio della riunificazione familiare quale aspetto necessario/obbligatorio in fase progettuale unitamente agli interventi di riattivazione delle competenze genitoriali attraverso anche la riconosciuta competenza in tale ambito delle stesse comunità di accoglienza; la promozione degli affidi preventivi  recuperando la funzione dell’affido quale sostegno al minore e alla sua famiglia d’origine; la cura nel sostenere l’affido a favore di minorenni migranti soli, minorenni con disabilità nonché un’attenzione particolare alle modalità, alle forme  e all’adeguatezza dimostrata dell’affidamento familiare nel caso di orfani vittime di crimini domestici.

È inoltre opportuno segnalare come le Linee di indirizzo richiamino in modo esplicito ancora una volta il diritto all’ascolto e alla partecipazione e l’uso di strumenti adeguati allo scopo, evidenzino un’attenzione importante su informazione e accoglienza a favore dei minorenni vittime di violenza, compresa quella assistita, così come inforzino la centralità del progetto individuale e dei percorsi di avvio all’autonomia  senza forzatura sul rientro in famiglia d’origine ma prevedendo per i minorenni in affido familiare – laddove il rientro in famiglia può non essere possibile/opportuno neppure al raggiungimento della maggiore età – possibilità di sostegno alla crescita anche oltre il 21° anno (prosieguo amministrativo) e fino a 25 anni per consentire il completamento dell’istruzione universitaria o professionale per un migliore e efficace percorso verso l’autonomia.

Da ultimo pare significativo segnalare la scelta – che si potrebbe definire di “obbligo informativo/formativo” – laddove le Linee di indirizzo richiamano la necessità di garantire un nucleo minimo di base di contenuti interdisciplinari sulle linee di indirizzo da introdurre nei corsi di studio universitari triennali e magistrali.

 

A cura di Liviana Marelli, Membro del Consiglio Nazionale CNCA con delega alle politiche minorili e per le famiglie

 

 

Per approfondimenti si veda:

la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata a Minorenni fuori dalla propria famiglia di origine