Con l’approvazione del bilancio di previsione dello Stato per l’anno 2021 (Legge n. 178/2020) si sono potenziate alcune misure in favore dei minori, specie con disabilità, e dei loro genitori ed altre sono state aggiunte.

Sicuramente una delle previsioni a cui prestare maggiore attenzione, specie in prospettiva, è quella inerente l’incremento del “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia” volto a dare attuazione, in futuro, in maniera unitaria e sistematica ai vari interventi in materia di sostegno e valorizzazione della famiglia con il riordino e sistematizzazione delle attuale politiche di sostegno alle famiglie con figli, tout court, e tra queste, in maniera specifica, quelle con figli con disabilità. Il Fondo infatti è stato incrementato per l’anno 2021 di oltre 3 miliardi, anche in considerazione del fatto che la proposta di legge delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico ha già avuto una sua approvazione alla Camera nel luglio 2020 ed ora è in discussione al Senato. Da notare, che in tale proposta di legge vi è una chiara indicazione che siano maggiormente sostenuti i nuclei con minori con disabilità e che, considerata la necessità tendenziale in tali casi di accedere a più prestazioni sociali agevolate (ognuna utile per riportare in condizioni di pari opportunità i minori con disabilità rispetto ai propri pari età), l’erogazione dell’assegno unico non venga considerato in negativo per l’accesso ad altre e diverse prestazioni sociali.

Altro intervento di sistema per infrastrutturare sempre più i servizi sociali degli enti di Ambito Sociale e dei Comuni è la previsione di un contributo specifico per l’assunzione di un maggior numero di assistenti sociali, onde costruire veri percorsi inclusivi per i cittadini. Quest’ultima previsione potrà sicuramente essere utile e avere nel lungo periodo un impatto positivo per la qualità degli interventi di inclusione sociale delle persone con disabilità se si costruirà anche un cambiamento culturale e dirigenziale volto al passaggio da un welfare prestazionistico ad un welfare basato sulla persona e sugli effettivi contesti di vita dalla stessa vissuti.

Interessanti sono anche le misure a sostegno dei percorsi scolastici, specie degli alunni con disabilità. Oltre a finanziare ulteriormente nelle scuole i cc.dd. “animatori digitali” aventi il compito di curare il processo di digitalizzazione della scuola di appartenenza, organizzando attività e laboratori con soluzioni tecnologiche e metodologiche innovative, si è specificatamente anche tentato di accompagnare la riforma dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità di cui al Decreto Legislativo n. 66/2017 con l’incremento all’interno dell’organico dell’autonomia di 5.000 insegnanti specializzati sul sostegno per l’anno 2021/2022, 11.000 in più per l’a.s. 2022/2023 e 9.000 in più a partire dall’a.s. 2023/2024.

Ma soprattutto si sono previsti 10 milioni di euro per l’introduzione della formazione in servizio obbligatoria per i docenti curriculari che abbiano in classe alunni con disabilità sui temi dell’inclusione; infatti solo non delegando all’insegnante di sostegno tutto il processo di inclusione, ma facendolo condividere a tutti gli attori che a vario titolo contribuiscono al percorso di crescita e di sviluppo del minore che si può avere un efficace ambiente inclusivo di apprendimento. Forse però sarebbe stato opportuno prevedere in maniera specifica una copertura finanziaria per un percorso formativo a più ampio raggio per tutti gli operatori scolastici, e non solo, focalizzando l’attenzione specificatamente sul nuovo modello di PEI (piano educativo individualizzato, con cui si progetta e si monitora l’intero percorso inclusivo degli alunni con disabilità) che proprio poi nelle prime settimane di gennaio di questo nuovo anno è stato pubblicato dal Ministero dell’Istruzione ed inviato a tutte le scuole d’Italia per farlo iniziare ad usare.

Da segnalare anche i 50 milioni in più per il “Fondo per la cura dei soggetti con disturbo dello spettro autistico” (fino ad oggi di soli 5 milioni) e la stabilizzazione del “Fondo per l’assistenza ai bambini affetti da malattia oncologica” per 5 milioni di euro a partire dal 2021 da destinare ad associazioni che svolgono assistenza psicologica, psicosociologica e sanitaria a tali bambini.

Un accenno specifico meritano infine gli interventi per i caregiver familiari di adulti e minori con disabilità.

Vi sono in sostanza due diversi interventi nella legge di bilancio.

Un primo intervento è volto a rifinanziare per 30 milioni di euro (non più quindi 25) il “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare”, finalizzando però lo stesso alla copertura finanziaria di interventi legislativi che adottino interventi di sistema di presa in carico e di supporto dei caregiver (per esempio creando una tutela previdenziale per essi), evitando di confinare gli interventi a mere ed estemporanee erogazioni di contributi alle famiglie.

Un secondo intervento che invece ha proprio come esclusiva finalità quella di creare un contributo ad hoc per le mamme disoccupate o monoreddito che vivono da sole con i propri figli con disabilità per un importo massimo di 500 euro mensili. Tale misura introdotta durante il dibattito parlamentare rispetto al disegno di legge di bilancio presentato dal Governo (che inizialmente non la conteneva) suscita qualche perplessità rispetto alla platea dei destinatari, visto che si riferisce solo ai caregiver di sesso femminile. È pur vero che sono proprio le mamme che in genere vedono più ristretta la loro possibilità di spazi personali (inclusivi quelli lavorativi) oltre quelli di cura del proprio figliolo, ma forse la misura poteva essere pensata anche verso i padri nell’ottica di progressiva equiparazione dei ruoli genitoriali (vedasi il congedo obbligatorio per paternità in base a direttive comunitarie). Tra l’altro, il timore è che la misura possa scontentare un po’ tutti, vista l’assoluta irrisorietà del Fondo, ossia 5 milioni di euro annui, che andrebbero a coprire al massimo 833 destinatari, se questi avessero tutti il contributo massimo di 500 euro mensili oppure a coprire più destinatari con una decurtazione progressiva sicuramente molto alta, col rischio allora sì di avere una somma che serva solo ad alleviare, ma non ad affrancare dalla necessità di maggiore assistenza quel nucleo familiare.

 

A cura di Gianfranco de Robertis, Anffas Nazionale

 

Per approfondimenti si veda la sezione del sito dedicata a Le risorse destinate all’infanzia e all’adolescenza