È online il nuovo rapporto dell’Unicef 2025 Global Outlook. Prospects for Children: Building Resilient Systems for Children’s Futures. La pubblicazione valuta i rischi che i bambini potrebbero essere costretti a fronteggiare nel nuovo anno, suggerendo alcune strategie per limitare i potenziali danni.

«Il mondo – si legge nel sito dell’Unicef – sta affrontando una nuova e sempre più intensa era di crisi per i bambini. Molte di queste crisi, incluso il cambiamento climatico, i conflitti e l’instabilità economica, sono strettamente connesse. Riflettono un mondo di crescenti tensioni geopolitiche e competizione tra nazioni, che ostacolano l’implementazione di soluzioni».

L’indebitamento è una delle cinque dimensioni della crisi globale prese in esame dal rapporto. Un fenomeno causato da diversi fattori, come la crescita rallentata, le scarse entrate fiscali, il rincaro dei prestiti, la qualità deteriorata dei finanziamenti e l’incremento delle spese militari.

L’elevato costo dell’indebitamento riduce drasticamente gli investimenti in settori essenziali come istruzione, sanità e protezione sociale e sono i bambini, più di tutti, a pagare il prezzo più alto: «in primo luogo nel presente, poiché la mancanza di risorse compromette la capacità degli Stati di erogare servizi sociali di base alle famiglie, e nel lungo periodo, in quanto i bambini saranno domani gli adulti che dovranno sobbarcarsi il pesante onere del rimborso».

Un’indagine su 34 Stati africani per i quali sono disponibili dati affidabili rivela che quasi la metà di loro (15) già oggi destina più risorse al servizio del debito che all’istruzione. I Paesi a basso reddito, inoltre, dedicano in media 1,4 volte più risorse al pagamento degli interessi sul debito rispetto a quanto investono per la salute pubblica.

Una proposta chiave che l’Unicef fa propria per contrastare questo fenomeno è il Children’s Debt Reset, che prevede la cancellazione completa del debito per liberare risorse destinate ai servizi essenziali per i 400 milioni di bambini che vivono in Paesi in crisi debitoria. «Come avviene con i mutui immobiliari in caso di momentanea difficoltà economica della famiglia, anche le rate del debito estero dovrebbero prevedere meccanismi di sospensione automatica in caso di disastri naturali o shock finanziari, per non privare i bambini più vulnerabili dei livelli minimi di assistenza. Dal punto di vista dei creditori, dovrebbe essere incrementato l’accesso alle sovvenzioni (finanziamenti agevolati), alle cosiddette “obbligazioni verdi” (titoli del debito vincolati al finanziamento di progetti di risanamento ambientale) e ad altri strumenti finanziari innovativi».

Si può consultare il rapporto (in inglese) sul sito dell’Unicef.