Prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sui bambini, non può prescindere da un effettivo riconoscimento del ruolo che l’Ospedale può svolgere, oggi più che mai, quale avamposto privilegiato per la sua intercettazione, emersione e diagnosi. L’Ospedale, del resto, ha assunto un’importanza sempre crescente in questo ambito, in modo naturale, come dimostra la storia stessa della medicina e lo sviluppo che esso ha avuto a livello internazionale.

Alla crescente presa di coscienza da parte dei clinici, circa l’esistenza di una condizione patologica è infatti conseguita una via, via maggiore organizzazione dell’apparato ospedaliero, resasi necessaria per rendere l’attività dei medici sempre più efficiente, qualificata e tempestiva.

Nel 1852 Tardieu descrive i primi segni di sevizie lasciati sul corpo di bambine, si susseguono da allora – a livello internazionale – studi e ricerche su casistiche sempre più ampie di bambini e bambine vittime di violenza, che portano clinici, medici legali, chirurghi a sospettare, sempre di più che, segni e lesioni non abbiano un’origine accidentale. È il 1962 quando Kempe nel suo articolo “The battered child syndrome” – pietra miliare della medicina – definisce in modo accurato il Maltrattamento, quale insieme di lesioni gravissime di natura non accidentale. Lentamente seguirà da parte dell’Ospedale un crescente adeguamento per essere sempre più all’altezza della necessità di diagnosticare il fenomeno.

Nascono negli USA, nel 1950, i primi esempi di Child Protection Teams ospedalieri, le prime Linee guida, nonché nel 2006 l’American Board of Pediatrics istituisce la figura del Child Abuse Pediatrician, sotto specialità di pediatria.

Oggi, peraltro, anche l’Europa, invita gli Stati membri ad un investimento maggiore – a tutti i livelli – nella risposta alla violenza sui minorenni e in questo quadro l’Ospedale ha un ruolo chiave.

In Italia già nel 1998 il Maltrattamento entra nel Piano sanitario nazionale e nel 2001 è riconosciuto quale LEA (poi riconfermato con la riforma del 2017.

Ma il nostro Paese non dispone di una risposta programmatoria unitaria in ambito sanitario atta a garantire lo stesso tipo di intervento, cure e assistenza ai bambini vittime di Maltrattamento.

Ogni Regione in cui una risposta ospedaliera al fenomeno esiste, si è, infatti, organizzata in modalità differente.

In alcune esistono ospedali che hanno al loro interno un presidio dedicato all’intercettazione e diagnosi del Maltrattamento, ma ognuno ha una storia, un inquadramento normativo, un funzionamento differente.

Lo Studio “Modello di centro ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile” approfondisce quattro dei sette modelli ospedalieri che appartengono alla Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento Infantile, nata nel 2017 e, alla luce del dettato internazionale, e del quadro italiano di riferimento, raccoglie gli elementi utili alla definizione di un Modello di riferimento che dovrebbe poter essere adottato a livello regionale, affinché in ogni regione esista un presidio che funga da riferimento per tutto il territorio, gli ospedali più piccoli, nonché singoli professionisti bisognosi di una consulenza.

Dei 185 operatori intervistati il 97,8% non ritiene che il Maltrattamento debba essere di pertinenza esclusiva di psicologi e assistenti sociali e per il 91,9% lo riconosce un argomento di interesse medico. Vi è quindi condivisione circa il fatto che il fenomeno sia da inquadrare in ambito sanitario.

Il 57,6% dei medici e psicologi risulta però non aver mai ricevuto una formazione sul tema e dunque si presenta come fondamentale continuare ad investire in percorsi mirati di formazione. In particolare, lo studio richiama la necessità di inserire la materia nel percorso obbligatorio di studi della Facoltà di medicina.

Del resto solo il 14% degli intervistati ha riconosciuto il Maltrattamento, sospettandolo – correttamente – in un gruppo di situazioni presentate dalla survey, che effettivamente lo costituivano e solo l’11% ha giustamente sospettato un Maltrattamento quale possibile diagnosi differenziale, dinnanzi a sintomi e segni presentati come possibili, durante la pratica clinica.

Quanto alla conoscenza ed eventuale relazione operativa con il team dedicato al maltrattamento attivo presso il proprio ospedale, la maggioranza ne era informato e nel 56,6% ha confermato di essersi rivolto ad esso, dimostrando così l’utilità di un presidio dedicato, cui potersi riferire anche da altri reparti.

Rispetto invece, alla tipologia di servizio che un servizio ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile dovrebbe avere vi è spaccatura tra Gruppo consulenza e Servizio dedicato ma va ricordato come, a livello internazionale, spesso si sia iniziato questo percorso attivando un Gruppo consulenza che, poi nel tempo, è risultato non più sufficiente, portando alla necessità di istituire un Servizio dedicato.

Infine, un pieno allineamento si è registrato circa la leadership che il pediatra deve assumere, quale referente / coordinatore di un’unità che dedicata al fenomeno, riconoscendo altresì l’importanza chiave della multidisciplinarietà, per disporre di esperti di varie specialità anche esterni al servizio dedicato.

Lo Studio chiude richiamando poi il ruolo centrale della Regione, cui è demandato di inquadrare il servizio ospedaliero dedicato al Maltrattamento all’interno di una cornice programmatoria, per garantirne: identità, credibilità, risorse mirate nonché tariffe specifiche.

In sintesi, quindi, per un Modello ospedaliero per la diagnosi del maltrattamento infantile questi i requisiti essenziali: inquadramento normativo regionale, tariffe specifiche, fondi dedicati, equipe multidisciplinare, leadership pediatrica, funzione consulenziale interna e esterna alla propria azienda ospedaliera, funzione di promozione di una cultura della prevenzione, attraverso attività di sensibilizzazione e campagne di awareness destinate alla comunità.

 

A cura di Federica Giannotta, Fondazione Terre des Hommes Italia

 

Per approfondimenti si veda:

 

The battered-child syndrome, Kempe CH, Silverman FN, Steele BF, Droegemueller W, Silver HK, JAMA, 1962

Il 23 Aprile 2024, la Commissione Europea ha adottato la Raccomandazione sullo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi integrati di protezione dei minori nell’interesse superiore del minore [C (2024) 2680] per indirizzare tutte le azioni comunitarie alla protezione dei minori dalla violenza; essa sosterrà gli Stati membri nel rafforzamento dei loro sistemi di protezione dei minori

Modello di Centro Ospedaliero per la diagnosi del MALTRATTAMENTO INFANTILE IN ITALIA, Terre des Hommes Italia

e la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata ad Abuso, sfruttamento dei minorenni e maltrattamento