Tra aprile e maggio di quest’anno la Scuola di Cittadinanzattiva ha lanciato una survey on line (l’Indagine), rivolta ai ragazzi e alle ragazze tra i 14 e i 19 anni per capirne gli stati d’animo, le condizioni psico-fisiche, i bisogni, le attese, le richieste e le proposte che rivolgono alla scuola e alle istituzioni, dopo 16 lunghissimi mesi di pandemia. L’indagine, pur non avendo valore statistico, è rappresentativa delle diverse aree del Paese, oltre che per numero di intervistati.

Alcuni dati. Sul rispetto delle norme anti covid, l’abitudine di lavarsi frequentemente le mani con il sapone è ormai acquisita per il 66% di loro. Più della metà degli intervistati non ha problemi nell’indossare la mascherina nei luoghi chiusi e sui mezzi pubblici. Ma con gli amici il 58% ammette di non riuscire a tenerla in dosso; un terzo dichiara di non aver rinunciato all’abitudine di bere dalla stessa bottiglia; il 57% non rinuncia facilmente a scambiarsi baci e abbracci con gli amici e con parenti non conviventi. Sul distanziamento a scuola, il 58% dichiara che è difficile garantirlo in classe, ma ancor di più nelle pause, all’entrata e all’uscita di scuola (64,5%).

La pandemia ha colpiti ragazzi/e negli affetti più cari: più di 1 su 3 (37%) ha avuto l’esperienza diretta di persone care contagiate e addirittura di una perdita, quasi per 1 su 4 (23%). I due terzi dei ragazzi/e hanno paura di contrarre il virus, contrariamente a quello che molti adulti pensino. Tra i principali motivi di sofferenza e di disagio vengono indicati: la lontananza dalle persone più care (75%); il divieto di potersi muovere liberamente (74%), quello di incontrare amici e compagni di scuola (71%) ed anche l’assenza della scuola in presenza per più di un intervistato su tre (37%).

Riguardo all’ uso di farmaci e altri prodotti per la salute, poco meno della metà (43%) dichiara di non averne usati.  Tra coloro che li utilizzano, al primo posto vengono indicati gli integratori alimentari e le vitamine (40%), seguiti dagli anti dolorifici (23%). Uno su venti ha fatto uso di ansiolitici e anti depressivi e circa il 5% di prodotti dietetici o per perdere peso. Per procurarsi questi farmaci e prodotti si ricorre ai propri genitori (57%), ma anche al proprio medico (52%), o al farmacista (36%) e solo in maniera residuale al consiglio degli amici (3%) o all’acquisto on line (2%).

Anche i loro comportamenti sono cambiati moltissimo e in modo allarmante soprattutto per gli effetti che si avranno nel medio e lungo periodo. La stragrande maggioranza dei giovani intervistati ha sperimentato sbalzi di umore (63%), disturbi del sonno (57%), disturbi dell’alimentazione (46%), seguiti dal desiderio di stare soli (39%), e dalla consapevolezza di essere iper connessi (quasi 38%); a seguire i comportamenti verbali e fisici di aggressività verso gli altri (32,5%) ma anche episodi di autolesionismo (18%). In aumento anche l’accesso e la visione di materiale pornografico (30%), il consumo di tabacco (31%) e di alcolici (24%), così come quello di droghe (13%) e del gioco d’azzardo (10%). Preoccupante anche l’aumento degli episodi di cyberbullismo: un ragazzo su sette dichiara di avervi assistito e uno su dieci di esserne stato vittima.

Il clima in famiglia in questo periodo viene definito sereno (52%), piacevole (34%) e divertente (28%) ma anche altalenante (35%), agitato (21%), fino a diventare invivibile (5%). Poco meno della metà degli intervistati segnala come i rapporti con i propri compagni e docenti non abbiano subito modifiche ma, per la parte restante i rapporti sono mutati in meglio con i propri compagni (31,1%) ma in peggio nei confronti dei propri docenti (30,4%).

Nella seconda parte della Survey, sono state poste tre domande rispetto al proprio futuro, a cosa chiedono alla scuola e alle istituzioni. Rispetto al futuro ne è uscito un caleidoscopio dalle mille sfaccettature: minaccioso (“faccio progetti per il mio passato”), di riscatto (“riprendere da dove mi sono fermato, recuperare, colmare i vuoti e riprendermi ciò che di diritto di adolescente mi spetta: la mia vita”), denso di possibilità: (“tecnologico e, si spera, eco sostenibile”), (“spero in un miglior futuro, grazie ai vaccini “), (” pieno di viaggi, di libertà, di abbracci, di esperienze…di vita”).

Cosa chiedono alla scuola. Non sono affatto convinti della utilità dei corsi estivi (il cd Piano estate) e chiedono fondi per l’ammodernamento degli istituti scolastici, sia dal punto strutturale che didattico, al fine di “migliorare le strutture o crearne di nuove, migliorare i laboratori e le esperienze extrascolastiche”; “cambiare le scuole e renderle più vivibili”, “rendere più sicuri i mezzi di trasporto, aumentandoli e sanificandoli di più”. Ai professori e ai dirigenti chiedono che la didattica sia ripensata perché hanno subito lo stress delle eccessive verifiche ed interrogazioni nelle settimane in cui erano in presenza. Per il nuovo anno chiedono modalità e spazio per dare ascolto e considerazione ai loro bisogni e per riuscire a formalizzare il vissuto di questi 16 mesi e ristabilire una relazione significativa con docenti e compagni.
E sulla didattica a distanza, che tanti hanno mal sopportato ma della quale molti altri hanno intravisto aspetti positivi e opportunità, chiedono corsi di formazione per i docenti, possibilità di alternare i gruppi a distanza e in presenza per non perdere i contatti con l’intera classe, dispositivi adeguati per tutti.

E alle Istituzioni chiedono in primo luogo di essere ascoltati, ad esempio attraverso audizioni degli studenti in Parlamento e prevedendo rappresentanti delle istituzioni più competenti e vicine al mondo giovanile, perché dicono “non siamo delle marionette da manipolare”, “prima di decidere su scelte che ci riguardano devono ascoltarci perché a volte alcune loro decisioni sono dannose per noi ragazzi”. Chiedono bonus per: incontri esterni con lo psicologo, uscite didattiche, viaggi, acquisto di dispositivi tecnologici e libri, attività sportive, ecc. Rispetto all’emergenza sanitaria, chiedono di estendere la campagna vaccinale ai più giovani, assicurare tamponi agli studenti alla ripresa delle attività scolastiche e ad intervalli regolari, dotarli di mascherine adeguate; migliorare la situazione igienica delle scuole, con sanificazione frequente delle aule e appositi dispositivi per il riciclo dell’aria.

I ragazzi sanno quello che vogliono. Hanno risposto con sincerità e trasparenza, affidandoci pensieri, frustrazioni, debolezze, bisogni, aspettative, desideri, proposte che non possiamo ignorare.

Ci impegneremo nel promuovere tutte le loro “raccomandazioni” presso le diverse Istituzioni di riferimento perché trovino risposta concreta, nel mettere a punto programmi ed iniziative specifiche per far fronte ai problemi non rinviabili da loro evidenziati, collaborando con tutti i soggetti che si stanno mobilitando per questa grave e sottovalutata emergenza.

 

A cura di Adriana Bizzarri, Cittadinanzattiva