Tagli alle risorse, carenza di una sistematica raccolta dati, aumento della povertà, della dispersione scolastica, del lavoro minorile e dell’esclusione sociale. Oltre alla questione della protezione e dell’accoglienza dei minori stranieri, del monitoraggio dei minori in comunità, dell’acquisizione della cittadinanza da parte di minori nati in Italia da genitori stranieri o arrivati in Italia in tenera età.
Queste alcune delle tematiche sollevate e approfondite nel 5° Rapporto di aggiornamento del Gruppo CRC.
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Le 85 associazioni componenti il Gruppo CRC hanno lavorato anche quest’anno alla stesura del Rapporto di monitoraggio, fotografando la situazione dei bambini, le bambine e gli adolescenti che vivono nel nostro Paese, partendo dalle Osservazioni Conclusive del Comitato ONU dell’ottobre 2011 e inserendo, come sempre, a fine paragrafo le proprie raccomandazioni indirizzate ai differenti interlocutori istituzionali.
La carenza di un sistema di raccolta dati, rappresentativi e uniformi tra le varie Regioni, per la misurazione di diversi fenomeni che riguardano i minori, desta ancora particolare preoccupazione. Il Gruppo CRC segnala come la carenza dati permane per il fenomeno della pedofilia e pornografia, per la condizioni di adottabilità, la violenza, il maltrattamento dei bambini, per i minori con disabilità, inclusi quelli in età compresa tra 0 e 6 anni e sui minori fuori dalla famiglia. In questo caso la modalità di raccolta dati, così frammentata e disomogenea a livello nazionale, porta ad una scarsa comparabilità delle informazioni, necessaria invece per rendere effettivo ed esigibile al minore il diritto alla famiglia.
I continui tagli alle risorse destinate all’infanzia e all’adolescenza, l’assenza di fondi per l’implementazione del Piano Nazionale Infanzia, la cancellazione del Fondo Nazionale Straordinario per i Servizi Socio educativi per la prima infanzia e per la mancata previsione delle allocazioni delle risorse per il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, non fanno che aumentare la situazione di disagio in cui si trovano migliaia di persone di minore età nel nostro Paese. Sono infatti 1.876.000 in minori in condizioni di povertà relativa, di cui 1.227.000 al Sud, ai quali si aggiungono 359 mila bambini che nel meridione vivono in condizioni di povertà assoluta, cioè non dispongono di beni essenziali per il conseguimento di standard di vita minimamente accettabili. L’aumento della dispersione scolastica e il fenomeno del lavoro minorile non fanno che confermare questo data.
Il Gruppo CRC esprime altrettante preoccupazione per l’assenza di un collegamento strutturato e quindi di un coordinamento tra l’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza e le altre figure istituzionali incaricate di monitorare lo stato di attuazione dei diritti dell’infanzia e l’adolescenza (es. Garante Nazionale e Garanti Regionali) e per la difficoltà cronica nel recuperare e comparare i dati necessari ad effettuare il monitoraggio e una difficoltà nella lettura dei dati forniti da Ministeri, Regioni e Amministrazioni in generale, rispetto alla spesa effettivamente sostenuta per l’infanzia e l’adolescenza a causa di diversi modi di classificazione delle spese nei diversi capitoli di bilancio.
Il Rapporto approfondisce ulteriori questioni, quali la situazione dei minori stranieri in Italia, dei minori fuori famiglia ed in comunità, analizza le criticità del nostro sistema scolastico e dei servizi sanitari, nonché temi urgenti come la situazione dei minori rom e sinti, dei minori nel sistema di giustizia minorile o nel circuito dello sfruttamento del lavoro minorile o della prostituzione.
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