I dati del rapporto pilota, sono stati monitorati tra il 1° Giugno 2021 e il 30 Giugno 2022 da parte dell’Osservatorio Nazionale contro le Discriminazioni nello Sport promosso da UNAR – Ufficio Nazionale contro le Discriminazioni Razziali in collaborazione con Lunaria APS e UISP APS – Unione Italiana Sport per Tutti. L’esito del monitoraggio delle discriminazioni nel mondo dello sport è frutto di un’attività sperimentale condotta nell’arco di tredici mesi, durante i quali l’ordinario svolgimento delle attività sportive è stato ancora fortemente condizionato dagli effetti economici e sociali prodotti dalla diffusione della pandemia da Covid-19.

Si tratta però della prima esperienza di questo tipo realizzata in Italia e in Europa che  potrebbe costituire un primo passo nella direzione della strutturazione di un sistema nazionale ufficiale, coordinato e permanente di monitoraggio delle discriminazioni nel mondo dello sport. I dati raccolti hanno infatti confermato che le discriminazioni interessano tutti gli ambiti del mondo dello sport e non si limitano ai casi più eclatanti che coinvolgono le atlete e gli atleti più noti al grande pubblico.

Il rapporto evidenzia inoltre come i giovani di età compresa tra i 18 e i 29 anni (pari al 48,8) siano i più colpiti dalle discriminazioni, ma se pensiamo che in 70 casi, pari al 33,2% del totale, non è stato possibile rilevare la fascia di età di appartenenza delle vittime di discriminazione questa percentuale è destinata ad aumentare.  Le vittime documentate sono risultate minorenni nel 14,7% dei casi.  Il razzismo e le discriminazioni razziste nello sport si manifestano in molte forme diverse, pur arrivando all’attenzione del pubblico solo nelle forme più crude e nelle discipline sportive più popolari. Così come in altri ambiti far emergere e rendere consapevoli i minorenni di ciò che sta accadendo intorno a loro non è semplice, non lo è nemmeno denunciare i fatti accaduti, soprattutto quando non si hanno le parole e gli strumenti giusti per farlo. Per chi si occupa di minorenni è chiaro che il fenomeno è molto più esteso di quello che appare dai dati e che c’è un mondo sommerso che deve venire alla luce.

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