In questo rapporto, l’UNHCR sottolinea come il coronavirus rappresenti una minaccia all’istruzione dei rifugiati; se la comunità non intraprenderà azioni immediate per contrastare gli effetti negativi della pandemia, il potenziale di milioni di ragazzi rifugiati sarà minacciato.

 

Il Covid-19 ha impattato negativamente sull’istruzione di tutti i bambini, in qualsiasi parte del mondo; in particolar modo, i bambini rifugiati sono stati più penalizzati. Infatti, prima della pandemia, la possibilità che un bambino rifugiato non ricevesse istruzione era due volte più elevata rispetto ad un bambino non rifugiato. Questo divario è destinato a peggiorare.

Inoltre, le bambine rifugiate hanno ancora meno possibilità di accedere ad un’istruzione rispetto ai loro compagni maschi. A causa del Coronavirus, metà delle ragazze rifugiate iscritte alla scuola secondaria non farà ritorno in classe. L’abbandono scolastico da parte delle ragazze è una previsione agghiacciante che avrebbe un impatto catastrofico sulle nuove generazioni.

L’adattarsi alle limitazioni imposte dalla pandemia e la conseguente didattica a distanza rischia di tagliare fuori l’85% dei ragazzi rifugiati, i quali non hanno accesso a dispositivi mobili.

 

Il report analizza le buone pratiche che i governi e le comunità stanno attuando per assicurare ai ragazzi rifugiati un’istruzione; inoltre, il documento si appella a tutta la comunità internazionale affinché si rafforzino i sistemi educativi nazionali, si creino collegamenti a percorsi didattici che consentano di conseguire un’istruzione qualificata e assicurino e tutelino finanziamenti dedicati.

 

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