Quest’anno il Gruppo CRC celebra il 27 maggio – anniversario della ratifica della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia – con un editoriale speciale. Il testo è dedicato al viaggio che nel corso del primo semestre di quest’anno è stato intrapreso insieme alle associazioni parte del Gruppo CRC in moltissime regioni per avviare un confronto con le tante realtà che operano nei territori e con le istituzioni locali partendo dai dati che sono stati resi disponibili nel Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”.
“Crescere nelle tante Italie”: con questo titolo il Gruppo CRC a dicembre 2024 ha presentato la terza edizione del Rapporto regionale, una pubblicazione, redatta con cadenza triennale, che propone una panoramica dei principali dati disponibili sull’infanzia e l’adolescenza disaggregati a livello regionale, con l’obiettivo di sviluppare riflessioni e politiche territoriali che pongano al centro i diritti delle persone di minore età.
I dati, infatti, parlano chiaro: crescere in Italia oggi significa confrontarsi con profonde disuguaglianze territoriali. Nascere in una regione piuttosto che in un’altra fa ancora la differenza, così come fa la differenza nascere e crescere nei pressi di un’area urbana oppure nelle aree interne. I più di 160 indicatori rilevati e monitorati ormai da diversi anni offrono la fotografia di un Paese frammentato: un mosaico irregolare in cui i diritti delle persone di minore età sono segnati da profonde disuguaglianze in cui emergono differenti opportunità rispetto all’accesso a servizi fondamentali per la crescita e lo sviluppo.
Questo Rapporto, che affida ai numeri il compito di restituire la condizione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nasce con l’obiettivo di sensibilizzare più livelli di governance e di avviare una riflessione proprio all’interno delle regioni e dei vari territori, ma anche al livello nazionale responsabile di promuovere la riduzione degli squilibri territoriali, con il fine ultimo di sviluppare politiche e programmi capaci di promuovere la promozione e protezione dei diritti di bambine, bambini, ragazze e ragazzi.
La pubblicazione si pone anche come uno strumento di confronto utilizzato dal Gruppo CRC per promuovere incontri a livello territoriale, sensibilizzare istituzioni, operatori e accademici. Nel corso di questi primi mesi del 2025, il Gruppo CRC ha attraversato tutta l’Italia per accendere i riflettori sulle disuguaglianze che colpiscono ancora oggi i diritti delle persone di minore età nel nostro Paese.
Ad oggi si sono già svolte ben 14 presentazioni regionali, rispettivamente a: Bologna, Palermo, Firenze, Napoli, Bari, Udine, Genova, Reggio Calabria, Trento, Ancona, Perugia, Milano, Mestre e Torino ed entro le prossime due settimane sarà la volta di Campobasso e di Cagliari.
19 organizzazioni parte del Gruppo CRC si sono fatte carico di coordinare e gestire la realizzazione degli eventi con il supporto di altre 90 associazioni che, nella loro declinazione territoriale, si sono attivate per collaborare all’organizzazione dei vari momenti ed avviare i collegamenti e le reti necessarie.
Questi appuntamenti hanno coinvolto quasi mille persone in presenza ospitate nelle varie sedi in cui sono stati organizzati gli eventi.
In tutti gli appuntamenti è stato invitato ad intervenire il/la Garante regionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, figura di garanzia di cui si sono ormai dotate tutte le regioni italiane che è intervenuta personalmente in Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Campania, Liguria, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Marche, Lombardia e Piemonte, portando saluti istituzionali o intervenendo nel merito della situazione regionale. A Bologna la Garante ha dialogato con due rappresentanti dell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze istituita nel 2021 per dare voce alle nuove generazioni (l’Assemblea è composta da 50 ragazzi e ragazze con una buona rappresentatività di età e di tutto il territorio regionale).
Nel corso di questo ciclo di eventi la presenza di referenti istituzionali regionali e/o locali è stata garantita in quasi tutti gli appuntamenti, proprio perché è stato considerato prioritario avviare o in alcuni casi rafforzare il confronto con i soggetti incaricati di programmare e dare attuazione alle politiche per l’infanzia e l’adolescenza a livello locale. In diverse occasioni hanno partecipato gli/le assessori/e regionali competenti per le materie trattate (Assessora ai servizi sociali, alla cultura e allo sport nelle Marche; Assessora alle Politiche sociali in Toscana; Assessora all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità e l’Assessore alla salute, politiche sociali e cooperazione della PAT di Trento; Assessora all’Istruzione e alle Politiche sociali della Campania; Assessore all’istruzione e alla formazione professionale della Sicilia; Assessora al welfare e alla scuola dell’Emilia-Romagna; Assessore all’istruzione e alla formazione, al welfare, alle politiche abitative, alle politiche giovanili, alla partecipazione, alla pace e alla cooperazione internazionale della Regione Umbria; Assessora all’Istruzione, Edilizia scolastica, Urbanistica, Lavori Pubblici e Fenomeni Migratori della Regione Calabria), affiancati da dirigenti (Toscana, Veneto, Provincia Autonoma di Trento, Campania, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia- Romagna, Calabria), mentre in altri casi la presenza delle istituzioni è stata garantita da rappresentanti del livello comunale (Bologna, Palermo, Napoli, Venezia, Firenze, Ancona, Milano, Reggio Calabria,) prevalentemente assessori dei capoluoghi di regione nei quali sono state organizzate le presentazioni, sebbene in alcuni casi l’invito e la partecipazione sono stati estesi anche ad altri Comuni (come nel caso di Marche, Toscana, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna). Particolarmente significativo è stato il dialogo e la partecipazione attiva di ragazze e ragazzi provenienti da esperienze diverse e rappresentativi di numerose realtà giovanili di partecipazione. Una delegazione di ragazzi e ragazze è intervenuta negli appuntamenti di Ancona, Bari, Bologna, Firenze, Mestre, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Trento, Udine (11 tappe su 14) in rappresentanza di percorsi di partecipazione promossi da enti locali (nei casi di Bologna, Palermo, Udine, Reggio Calabria), oppure da associazioni del terzo settore (come a Napoli, Reggio Calabria, Milano) o ancora associazioni e consulte studentesche (Bari, Palermo, Trento e Reggio Calabria), che hanno contribuito a rendere gli incontri momenti di confronto vivi, concreti e partecipati.
Presenti in diverse occasioni anche i rappresentanti del mondo accademico (come nel caso di Bari, Bologna, Palermo, Reggio Calabria, Ancona, Trento, Torino), degli Uffici Scolastici Regionali (Bologna, Palermo, Torino), della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni (Milano e Brescia e Reggio Calabria), e del mondo della sanità (Napoli, Reggio Calabria e Trento).
La ricchezza della rete attivata ha permesso di toccare e approfondire moltissimi temi affrontati nei Rapporti CRC annuali e rappresentati anche dai dati del Rapporto regionale. Diverse le complessità emerse che richiedono approfondimenti per la messa in campo di politiche realmente integrate. Su tutte emerge la necessità di una governance regionale di sistema: mentre in alcune regioni è evidente uno sforzo di coordinamento, in altre si intravedono solo traiettorie possibili ma da rendere ancora effettive. Troppo spesso viene lamentata l’assenza di dialogo tra servizi e scuola, l’attivazione di Interventi poco strutturati e basati su una logica di singola progettualità che impedisce anche la continuità degli interventi.
Preoccupa, da Nord a Sud del Paese, la denatalità e la progressiva riduzione della presenza di minorenni, con territori sempre più “poveri” di bambine e bambini e famiglie sempre meno numerose. A questo si aggiunge l’aumento della povertà minorile, che colpisce anche le regioni più virtuose, e che si manifesta anche come povertà educativa, un fenomeno che riguarda non solo l’istruzione ma anche le attività sportive e di socializzazione. La mancanza di queste opportunità limita profondamente l’espressione delle potenzialità di bambine, bambini e adolescenti: a troppi è negato lo stesso punto di partenza in un Paese che vede bloccato il proprio ascensore sociale. Il tema della salute e del benessere psicofisico, con l’allarmante calo di pediatri in tutte le regioni italiane (ad eccezione della Toscana) e gli alti livelli di esposizione della popolazione urbana all’inquinamento atmosferico in moltissime regioni sono stati affrontati come criticità in molti degli eventi. Così come l’aumento della presenza di minorenni (di età compresa tra 14 e 17 anni) negli Istituti penali per i minorenni, a livello italiano sono più che raddoppiati rispetto al 2021.
Sono molti i temi che non trovano risposta, ma anche una piena rappresentanza nei dati. Tra questi l’assenza di dati sui minorenni con disabilità e sui minorenni vittime di abusi, nonché sui servizi attivati a loro sostegno. Inoltre, rimane poco documentata la partecipazione ed il protagonismo di ragazze e ragazzi nonostante la ricchezza delle esperienze rappresentate dai ragazzi e dalle ragazze che sono intervenute nei panel e che hanno molto spesso ben evidenziato quanto sia indispensabile che le politiche per le persone di minore età siano pensate e progettate insieme ai minorenni.
Molti interventi hanno infatti insistito sull’assenza o incompletezza di alcuni dati chiave sollecitando la necessità di integrare le fonti per una valutazione più aderente alla realtà, richiamando l’importanza di ricostituire o in alcuni casi istituire gli Osservatori regionali su infanzia e adolescenza.
In alcuni territori si sta anche riflettendo rispetto alla possibilità di restare in rete per dare continuità al confronto tra enti, istituzioni e giovani e monitorare l’evoluzione delle politiche locali in materia di diritti dell’infanzia. Perché i diritti, per essere attuati, hanno bisogno di tempo, cura e responsabilità condivisa. In tal senso abbiamo dato il supporto del Gruppo CRC all’evento “I dati aiutano a governare i processi” organizzato in continuità con l’evento del 21 febbraio a Bologna, nell’ambito del percorso “Dialoghi intorno ai Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” in Emilia-Romagna.
Con questo percorso le associazioni del Gruppo CRC hanno voluto contribuire e stimolare un processo che porti ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza nei singoli territori, e conseguentemente a superare le disparità che si fanno sempre più acute.
Grazie all’impegno di tutte le associazioni coinvolte il Gruppo CRC si augura che il Rapporto regionale ed i dati in esso contenuti possano costituire una reale risorsa ed uno strumento di lavoro, già ampiamente apprezzato, utile a promuovere riflessioni in grado di tradursi in politiche e programmi capaci di rimuovere le disuguaglianze su base regionale e garantire quindi a tutte le bambine e i bambini, a prescindere dal territorio in cui vivono, uguali opportunità di crescita.
A cura del Coordinamento del Gruppo CRC con il supporto delle associazioni capofila degli eventi regionali
Per approfondimenti si veda la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata alle Schede Regionali
e i singoli appuntamenti svolti:
Bologna, 21 febbraio
Palermo, 5 marzo
Firenze, 21 marzo
Napoli, 27 marzo
Bari, 5 aprile
Udine, 9 aprile
Genova, 14 aprile
Reggio Calabria, 5 maggio
Ancona, 7 maggio
Trento, 8 maggio
Mestre, 13 maggio
Perugia, 20 maggio
Milano, 21 maggio
Torino, 28 maggio