È stata rinnovata per altri quattro anni la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti”, attraverso la firma di un protocollo d’intesa tra la ministra della giustizia Marta Cartabia, l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti e dalla presidentessa dell’associazione Bambinisenzasbarre Onlus Lia Sacerdote.

Approvata per la prima volta in Italia nel 2014, la Carta è la prima del suo genere in Europa e rappresenta un importante passo avanti per i diritti dei minorenni. Essa, infatti, riconosce il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con i genitori detenuti e intende sostenere il diritto alla genitorialità. Il protocollo prevede la sensibilizzazione delle autorità giudiziarie, in modo da garantire azioni a tutela dei diritti dei figli minorenni di persone detenute. In particolare, la Carta prevede misure in materia di custodia cautelare, di luoghi di detenzione, di spazi bambini nelle sale d’attesa e di colloquio, di visite in giorni compatibili con la frequenza scolastica, di videochiamate, di formazione del personale carcerario che entra in contatto con persone di minore età e di supporto alla genitorialità.

La carta include inoltre una sezione dedicata alle misure a tutela dei diritti dei minorenni costretti a vivere con le madri in una struttura di detenzione. Ad oggi si contano 19 bambini piccolissimi al seguito di 17 madri detenute, un numero in calo rispetto ai dati del 2019 (44 madri e 48 minori).

Come affermato dall’Autorità Garante, ciascun bambino ha diritto a “coltivare il legame con entrambi i genitori, anche quando uno dei due è detenuto” e questo “deve avvenire in condizioni e con modalità che non siano traumatizzanti e in spazi che favoriscano un rapporto autentico”. La Carta è quindi uno strumento che richiede al sistema penitenziario italiano di “confrontarsi con la presenza dei bambini in carcere e con il peso che la detenzione del proprio genitore comporta nel rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”.

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