A causa dell’emergenza sanitaria le tecnologie digitali hanno avuto un ruolo ancora più centrale nella vita di ognuno di noi e soprattutto dei più giovani. Oggi 6 adolescenti su 10 dichiarano di passare, in media, più di 5 ore al giorno connessi (in particolare fra le 5 e le 10 ore). È quanto emerge dall’indagine promossa da “Generazioni Connesse”, il Centro Italiano per la Sicurezza in rete guidato dal Ministero dell’Istruzione e presentata in occasione del Safer Internet Day 2021, la Giornata mondiale dedicata all’uso positivo di Internet (che si è celebrata il 9 febbraio scorso). La ricerca è stata condotta da Skuola.net, dall’Università degli Studi di Firenze e dall’Università degli Studi di Roma “Sapienza” con l’obiettivo di offrire una fotografia delle attuali abitudini online dei ragazzi, anche a seguito della pandemia. I partecipanti che hanno completato la survey online, pubblicata sul sito di Skuola.net, sono stati 5386.

Ma come è cambiato il tempo che i giovani hanno speso maggiormente online? Sicuramente sembra essere aumentato l’uso dei social network attraverso una maggior comunicazione con gli amici (il 73% dichiara che è aumentata), forzatamente online dato il distanziamento fisico e il ricorso alla Didattica a distanza e alla Didattica Digitale Integrata.

L’aumento del tempo trascorso online potrebbe aver portato i ragazzi ad una maggior esposizione ai rischi della rete: nel contesto online le prepotenze sembrano essere aumentate (secondo quanto dichiarato dal 59% dei ragazzi intervistati). Un anno fa la quota di coloro che consideravano il fenomeno in aumento era del 20%.

Diversi ragazzi, inoltre, hanno riportato di essersi pentiti di aver condiviso qualcosa, trascinati sul momento da questo fluire online della comunicazione (spesso e molto spesso 8%; a volte 14%).

D’altro canto, molto interessante il fatto che il 60% degli intervistati dica di aver utilizzato spesso o molto spesso Internet (es., WhatsApp, Zoom, Meet) per aiutare compagni in difficoltà e un altro 25% di averlo fatto a volte. La rete è diventata anche strumento di solidarietà tra pari, non solo esposizione ai rischi, una prospettiva che andrebbe valorizzata e sostenuta.

Per far riflettere i ragazzi non solo sull’uso consapevole della Rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di internet come luogo positivo e sicuro, anche quest’anno si è celebrata la giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea.

In Italia il Ministero dell’Istruzione, in quanto coordinatore del Safer Internet Centre italiano ha promosso eventi a carattere locale su tutto il territorio nazionale, insieme ai partner del consorzio: l’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, la Polizia di Stato, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, gli Atenei di Firenze e ‘La Sapienza’ di Roma, Save the Children Italia, SOS il Telefono Azzurro, la cooperativa EDI onlus, Skuola net, l’Agenzia di stampa DIRE e l’Ente Autonomo Giffoni Experience.

Rispetto alle scorse edizioni la celebrazione della giornata mondiale della Sicurezza in Rete ha assunto una valenza ancora più significativa per il mondo della scuola e per gli studenti.

Istituzioni, decisori politici ed esperti si sono incontrati online con i giovani delle scuole secondarie di primo e di secondo grado, per approfondire le tematiche del Better Internet for Kids Policies, ovvero opportunità e criticità connesse al mondo virtuale. Tra i presenti anche i giovani “attivisti” dello Youth Panel e del Movimento Giovani per Save the Children, con esempi e azioni virtuose italiane relative all’uso delle nuove tecnologie.

Il Ministero dell’Istruzioni in occasione dal Safer Internet Day 2021 ha pubblicato le nuove Linee di orientamento per la prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo”, come previsto dalla Legge 71 del 2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”. Come Gruppo CRC avevamo sottolineato l’importanza dell’aggiornamento di questo documento arrivato con quasi 2 anni di ritardo ma con alcune novità importanti: ad esempio si chiede alle scuole di prestare “particolare attenzione alla stesura del proprio Regolamento di istituto specificando nello stesso possibili provvedimenti in un’ottica di giustizia riparativa, che possono essere adottati nei casi di specie” (cyberbullismo), incluse le eventuali sanzioni. In linea con la legge 71/2017 si ricorda l’importanza dell’aggiornamento del patto di corresponsabilità.

Ma probabilmente la novità più importante riguarda la proposta di costituire in ogni scuola “un Team Antibullismo e di un Team per l’Emergenza, o di un gruppo di lavoro integrato, costituito da docenti referenti, animatori digitali, dal Dirigente scolastico e da altro personale qualificato. Laddove non si disponga di uno psicologo scolastico o di uno psicologo dei servizi della salute è utile costituire il Team per l’Emergenza a livello territoriale (comunale o provinciale) o di rete di scuole”.

Il documento allega anche un “protocollo di intervento per un primo esame nei casi acuti e di emergenza” e “raccomandazioni e responsabilità degli organi e del personale della scuola”, oltre a un modello di segnalazione presso la polizia postale. In generale, e in particolare rispetto a quest’ultimo aspetto, sarebbe probabilmente necessaria maggiore uniformità e coordinamento tra le varie proposte delle piattaforme Generazioni Connesse, ELISA e le linee di orientamento.

Anche la Legge 20 agosto 2019 n. 92 “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica” prevede, nell’ambito dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, l’educazione alla cittadinanza digitale. L’intento delle Linee guida aggiornate sarà quello di consentire ai dirigenti, docenti ed operatori scolastici di comprendere, ridurre e contrastare i fenomeni negativi che colpiscono i bambini e ragazzi, fornendo strumenti di comprovata evidenza scientifica.

Infine, in ambito internazionale, anche il Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, lo scorso 4 febbraio, ha annunciato l’adozione dell’importante Commento generale 25  sui diritti dell’infanzia in relazione all’ambiente digitale.  Si tratta di un’opportunità preziosa per ogni Stato al fine di rendere reale l’affermazione dei diritti di bambini/e e ragazzi/e online.

Le innovazioni digitali, infatti, incidono sulla vita dei minori e sui loro diritti in quanto un accesso adeguato e significativo alle tecnologie può aiutare bambini e ragazzi a realizzarsi e ad avere più opportunità in vari ambiti sociali. Al contrario, le disuguaglianze digitali fra i minori possono avere un impatto dannoso sul godimento dei loro diritti, in una società la cui organizzazione ruota in modo sempre più significativo attorno al digitale.

Il Commento generale 25, di cui si attende a breve la pubblicazione della versione finale, indicherà come gli stati dovranno tutelare e promuovere i diritti di bambini/e e ragazzi/e, garantendo sempre di più, attraverso una legislazione adeguata che metta il loro superiore interesse davanti a interessi particolari e privati, l’accesso sicuro agli ambienti digitali.

 

A cura di EDI – Educazione ai Diritti dell’Infanzia

 

Per approfondimenti si veda la sezione del sito Minori e nuovi media