Oggi, 7 febbraio 2023, ricorrono i 20 anni della “Giornata mondiale per la sicurezza online”, voluta dalla Commissione Europea per sensibilizzare sulla tutela delle nuove generazioni dai rischi legati all’uso distorto degli strumenti digitali.

Vent’anni in cui l’impatto del web sulle nostre vite è cresciuto esponenzialmente, dalle prime linee Adsl al 5G, dal telefonino allo smartphone. Una rincorsa tecnologica accompagnata da una profonda evoluzione culturale, con evidenti implicazioni di carattere sociale, economico e politico. In questo contesto, in cui non esiste più distinzione tra reale e virtuale, siamo tutti connessi e costantemente in bilico tra le potenzialità straordinarie della Rete e le esposizioni in termini di privacy, sicurezza e dipendenza. Questo complesso do ut des ha spinto negli anni i Governi ad introdurre strumenti legislativi in grado di coinvolgere con maggior efficacia le società di fornitura di servizi online.

A livello internazionale, assistiamo infatti a eventi di portata storica nell’ambito della tutela dei minori online, che hanno precedenti nel 2017 proprio in Italia.

Qui, il messaggio di Carolina Picchio, la quattordicenne che nel gennaio del 2013 si era tolta la vita dopo migliaia di insulti online, ha dato luogo al primo processo per cyberbullismo, individuando Carolina come prima vittima riconosciuta della violenza online. Il punto fondamentale del dibattimento è stato determinare responsabilità penali da parte dei ragazzi imputati, che si sono dichiarati responsabili. Questo processo avrebbe ispirato quattro anni più tardi la prima legge in Italia e in Europea sui diritti dei minori in ambito digitale: la legge n. 71 del 2017 “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo”.

In quello stesso anno, in Gran Bretagna, il suicidio nel 2017 della 14enne Molly Russell, ha portato questo ottobre 2022 ad un’altra sentenza storica: “Molly Rose Russell died from an act of self-harm whilst suffering from depression and the negative effects of on-line content”. Gli effetti negativi dei contenuti online sono esplicitamente citati come responsabili del gesto estremo. Il commento del Coroner arriva a dichiarare “Anche se la regolamentazione sarebbe di competenza del governo, non vedo perché le piattaforme stesse non vorrebbero prendere in considerazione l’autoregolamentazione tenuto conto delle questioni sopra esposte.”

Sempre in Gran Bretagna, in questi giorni la Camera del Lord si prepara per la seconda lettura dell’Online Safety Bill, il dispositivo che impone stringenti requisiti ai motori di ricerca e ai fornitori di servizi internet. Un approccio coerente con quanto previsto dal Commento Generale 25 adottato dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia il 4 febbraio 2021, ovvero la responsabilità degli stati nel tutelare e promuovere i diritti di bambini/e e ragazzi/e garantendo l’accesso sicuro agli ambienti digitali anche nei confronti delle aziende del settore. La proposta legislativa include l‘obbligo per le società tecnologiche di implementare misure per prevenire la diffusione di contenuti dannosi per i minori, come ad esempio la violenza, la pedopornografia e la tratta di esseri umani.

La legge britannica individua un Comitato preposto alla sicurezza online, nella logica di monitorare i fenomeni illegali in Rete e di aggiornare le contromisure con normative sempre aggiornate.

Nel nostro Paese questo strumento, previsto dalla legge 71 del 2017, non ha mai trovato continuità, tanto che l’attuale Governo ha annunciato di voler istituire un nuovo Tavolo tecnico per la prevenzione e il contrasto del cyberbullismo. Intanto il Senato, all’unanimità, ha deciso di ricostituire la Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza. Un organismo che guarderà molto alla dimensione digitale, sulla scia del “Polo nazionale per la lotta all’odio” sorto a Parigi.

Tutti questi apparati sono accomunati da un principio di corresponsabilità applicato anche alle aziende del settore, in larga parte coinvolte nel Safer Internet Day. Per il 2023, il consorzio italiano del progetto Ue, “Generazioni Connesse”, ha organizzato la mattina del 7 febbraio un evento aperto alle scuole e promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito. L’evento sarà trasmesso in streaming sui canali social del Ministero e sul portale www.generazioniconnesse.it.

Un approccio partecipato, orizzontale e inclusivo che, per questo SID, ha spinto Fondazione Carolina a coniare un termine che rappresenti il diritto alla navigazione felice: si chiama Cyberjoy ed è la nuova call to action rivolta a istituzioni, scuola,  famiglie e  aziende che si impegnano a tradurre i valori dell’empatia e della civitas sul piano dei linguaggi digitali.

Perché nessuna community può prescindere dalla nostra umanità.

 

A cura di Rosanna Milone e Paolo Torelli, Fondazione Carolina

 

Per approfondimenti:

Generazioni Connesse https://cutt.ly/s9AcGdN

Cyberjoy: https://cutt.ly/U9W4j8w

Online Safety Bill: https://cutt.ly/h9Avj57

Commissione straordinaria intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza: https://cutt.ly/B9Ab3Nr