Nell’ambito della settimana della Salute Mentale (il 10 ottobre è la Giornata Mondiale della Salute Mentale) e di tutte le iniziative ad essa connesse, come in tutti i programmi e le iniziative politiche, il tema della salute mentale in età evolutiva continua ad essere il grande assente, nonostante l’emergenza sempre più evidente.

In Italia i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra i 0 e i 17 anni, con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi. La loro incidenza è in costante ascesa, in epoca prepandemica in meno di dieci anni è raddoppiato il numero di bambini e adolescenti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA).

Gli ultimi tre anni hanno confermato, se mai ve ne fosse stato bisogno, come le diseguaglianze economiche, sociali, e culturali, a loro volta aggravate da eventi destabilizzanti come pandemie e guerre, insieme all’indifferenza, alla negazione, all’incomprensione, all’ostilità e allo stigma, abbiano un impatto drammatico sull’incremento dei disturbi neuropsichiatrici. L’ulteriore aumento a cui stiamo assistendo riguarda tutti i disturbi del neurosviluppo ed è trasversale a tutte le età. I disturbi psichiatrici in adolescenza, di cui molto si sta parlando, sono solo la punta dell’iceberg, quella che è già evidente a tutti, ma che sembra non essere purtroppo ancora sufficiente per far attivare interventi mirati.

L’”esperimento naturale” determinato dalla pandemia ha evidenziato maggiormente anche l’impatto sulla salute neuropsichica delle difficoltà d’accesso e dei tempi d’attesa. Bambini e ragazzi arrivano più tardi ai servizi, aspettano di più, sviluppano quadri clinici più complessi, più difficili da trattare, con maggiori difficoltà familiari e scolastiche, e sempre meno riescono a ricevere risposte appropriate, tempestive e di intensità sufficiente. Le liste d’attesa nei servizi territoriali sono sempre più lunghe (l’aumento delle richieste, unito alla diminuzione degli spazi disponibili e all’accumulo per i mancati accessi del 2020 fa sì che in alcune situazioni si parla di mesi o addirittura di anni per una prima visita o per l’avvio di un intervento terapeutico), è quasi impossibile effettuare un ricovero ospedaliero quando è necessario (i letti di NPIA per il ricovero ordinario sono solo 394 a livello nazionale, dovrebbero essere almeno 700) ma è altrettanto difficile dimettere rapidamente dal ricovero per la mancanza di interventi intensivi nel territorio, di centri diurni, di strutture residenziali terapeutiche…

Il mancato investimento sulla prevenzione e la cura dei disturbi del neurosviluppo e sul benessere psicologico dei bambini e dei ragazzi ha conseguenze drammatiche e tragicamente trascurate, per loro, per le loro famiglie, per la società attuale e per quella futura. Servono interventi strategici, coordinati e di sistema: direttamente a supporto di un armonico sviluppo emotivo, motorio, linguistico, cognitivo, sociale dalla nascita all’adolescenza, e poi interventi a supporto delle situazioni di vulnerabilità familiare, maggiore attenzione in tutti gli ambienti e nei contesti di vita in cui i bambini ed i ragazzi crescono e molto altro. Serve infine garantire interventi mirati quando sono presenti segni di rischio di disturbi del Neurosviluppo, in servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza con risorse adeguate, tra territorio e ospedale, perché tutti i bambini e ragazzi e le loro famiglie vedano finalmente riconosciuto il diritto a cure appropriate e tempestive e vedano garantito il loro massimo potenziale di sviluppo neuropsichico.

 

Antonella Costantino – Direttore, UONPIA Fondazione Policlinico, Milano Past President Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA)

Per approfondimenti si veda anche: https://gruppocrc.net/area-tematica/la-salute-mentale/