25 anni di progressi ineguali: nonostante i risultati nel settore dell’istruzione, il mondo è ancora un luogo violento e fortemente discriminatorio per le ragazze
Due decenni e mezzo dopo la storica Conferenza sulle Donne di Pechino, il Rapporto “Una nuova era per le ragazze: facciamo il punto su 25 anni di progressi”, elaborato da UNICEF-UN Women-Plan International indica che, nonostante i risultati nel settore dell’istruzione, il mondo è ancora un luogo violento e fortemente discriminatorio per le ragazze e che la violenza contro le donne e le ragazze non è solo comune, ma anche accettata.
Alcuni dati che emergono dal Rapporto:
- Il numero di ragazze che non vanno a scuola è diminuito di 79 milioni negli ultimi vent’anni.
- Nel 2016, per esempio, le donne e le ragazze rappresentavano il 70% delle vittime di tratta a livello globale registrate, la maggior parte per sfruttamento sessuale.
- Una ragazza su 20 fra i 15-19 anni – circa 13 milioni – ha subito uno stupro nella sua vita.
- Ogni anno, 12 milioni di ragazze vengono date in sposa durante l’adolescenza e 4 milioni sono a rischio di mutilazioni genitali femminili.
- Fra il 1995 e il 2016, la percentuale delle ragazze in sovrappeso fra i 5 e i 19 anni è raddoppiata dal 9 al 17%, ovvero circa il doppio delle ragazze è oggi in sovrappeso (155 milioni) rispetto al 1995 (in cui erano 75 milioni).
- Il suicidio è attualmente la seconda causa principale di morte fra le adolescenti fra i 15 e i 19 anni.
- 000 ragazze adolescenti fra i 10 e i 19 anni che convivono con l’HIV oggi, rispetto alle 740.000 del 1995. Le ragazze fra i 10 e i 19 anni rappresentano ancora circa 3 su 4 dei nuovi casi fra gli adolescenti nel mondo.
Ogni bambina e ogni bambino ha diritto a sviluppare il proprio pieno potenziale, ma le disuguaglianze di genere nella loro vita e nelle vite di chi si prende cura di loro ostacolano questa realtà.
Le ragazze e i ragazzi hanno evidenza delle disuguaglianze di genere nella loro quotidianità.
Norme sociali sedimentate hanno contributo ad accrescere gli stereotipi di genere che mettono a rischio i diritti di bambine e ragazze.
Cambiamenti climatici, migrazioni e conflitti, inoltre, stanno avendo un impatto sproporzionato sull’infanzia e le bambine sono tra i gruppi più a rischio.
Dal pregiudizio, all’istruzione, alla protezione, all’uguaglianza, fino al mondo del lavoro sono ancora troppi gli ambiti in cui donne, ragazze, bambine vengono sistematicamente penalizzate, negando loro il diritto ad autodeterminarsi, a poter essere ciò che vogliono.
“Nel mondo 600 milioni di ragazze hanno la potenzialità per diventare imprenditrici, scienziate, visionarie, leader politiche capaci di dare vita a importanti cambiamenti, ma ogni giorno molte di loro incontrano barriere che ostacolano questo percorso. Il nostro impegno deve essere quello di assicurare a tutte le donne, le bambine e le ragazze il rispetto dei loro diritti, della dignità, delle opportunità perché ognuna possa operare le scelte che desidera, senza più alcuna paura o barriera”, ha dichiarato Francesco Samengo, Presidente dell’UNICEF Italia.
Nel rapporto viene chiesto di aumentare le opportunità per le ragazze, a prescindere da background, etnia, reddito e status sociale. Viene inoltre chiesto di aumentare gli investimenti per lo sviluppo delle capacità delle ragazze per porre fine alla violenza di genere, ai matrimoni precoci e alle mutilazioni genitali femminili.
Il video della Campagna #8marzodellebambine