Questo maggio è stato pubblicato il nuovo rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia “Il carcere secondo la Costituzione” da parte dell’Associazione Antigone, che dal 1998 su autorizzazione del Ministero della Giustizia visita i quasi 200 Istituti penitenziari italiani e redige rapporti periodici sulla situazione delle carceri italiane.

In merito alla condizione della persone di età minore inserite in Istituti Penali per Minorenni (IPM), dal rapporto emerge che nel sistema italiano di giustizia penale minorile, la detenzione si conferma come misura residuale. Infatti, in linea con gli ultimi venticinque anni, le presenze negli Istituti Penali per Minorenni non superano le 500 unità: alla metà di aprile 2019 risultano 418 le persone di età minore che si trovano in una delle 17 carceri minorili italiane. A queste si sommano i 1.511 ragazzi presenti nei servizi residenziali della giustizia minorile e i 13.984 ragazzi in carico agli Uffici di servizio sociale per i minorenni.

Dei 418 ragazzi in carcere, circa il 40% sono minorenni, mentre il restante sono giovani adulti, ossia ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno commesso il reato da minorenni ma che possono permanere all’interno dei servizi della giustizia penale minorile fino al compimento del venticinquesimo anno di età, in linea con la legge di conversione del Decreto Carceri, n.117 dell’11 agosto 2014. Di questi, i ragazzi stranieri in IPM rappresentano il 46,6% e sono maggiormente rappresentati nella fascia più giovane. In particolare, tra i minorenni, 75 sono gli italiani (di cui 71 maschi e 4 femmine) e 95 gli stranieri (80 maschi e 15 femmine), mentre tra i giovani adulti, 144 sono gli italiani (139 maschi e 5 femmine) e 104 gli stranieri (93 maschi e 11 femmine).

Nel Rapporto si evidenzia inoltre come il sistema della giustizia penale minorile riesca nel tentativo di trovare presto collocazioni alternative al carcere per i ragazzi condannati, vista la bassa percentuale (7,4%) di giovani con una condanna definitiva e senza ulteriori posizioni pendenti. Nel complesso, l’Associazione Antigone afferma che “il sistema della giustizia penale minorile italiano è un sistema che funziona e che ha retto alle ondate di regressione culturale che avrebbero voluto renderlo più repressivo e simile a quello degli adulti. Ma, nonostante ciò, funziona meglio per quelle categorie sociali che sono a monte maggiormente tutelate.”

Il Rapporto analizza inoltre la questione della maternità in carcere alla luce del dovere primario di rispettare il superiore interesse del minore.

Dopo il picco di 70 bambini in carcere a metà 2018, al 30 aprile 2019 risultato 55 i bambini di meno di tre anni d’età che vivono in carcere con le loro madri alle quali non è stata concessa, per decisione del giudice, la possibilità di accedere alle misure alternative dedicate proprio alle detenute madri. Ad essere recluse con i propri figli sono 51 donne, 31 straniere e 20 Italiane.

Potete trovare il rapporto “Il carcere secondo la Costituzione” dell’Associazione Antigone al seguente link.