Il Tavolo Saltamuri, da anni impegnato in prima linea a sviluppare, a partire dalle scuole, la complessa arte della convivenza ritiene sia ora urgente e ineludibile concentrarsi sulla tutela e il rispetto dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a partire da quello fondamentale della vita come espresso nell’art. 6 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convention on the Rigths of the Child – CRC) che esprime anche il dovere dei decisori politici e dei governi in merito. Infatti, afferma che:
1. Gli Stati parti riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita.
2. Gli Stati parti assicurano in tutta la misura del possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo.
Approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la Legge n. 176, oggi sono 196 gli Stati che si sono vincolati giuridicamente al rispetto dei diritti riconosciuti nella Convenzione. Eppure, mai come oggi, quanto espresso nell’art. 6 della stessa è disatteso e conseguentemente tutti gli altri diritti. Ben 43 membri delle Nazioni Unite, ovvero più del 20%, molti dei quali coinvolti in conflitti armati, non hanno firmato o approvato più di sei dei dodici strumenti, mostrando un grande divario nell’impegno per la protezione delle bambine e dei bambini stessi. Allo stesso tempo, la vendita di armi continua ad alimentare i conflitti, con il trasferimento di armi ad attori noti per la violazione dei diritti dei bambini e delle bambine.
Come riportato da Save the Children nel 2023, quasi 1 bambino su 5, per un totale di 473 milioni, viveva in una zona di conflitto e in media 31 minori al giorno venivano uccisi o mutilati. Secondo Unicef il 2024 può essere previsto come l’anno peggiore di sempre in questo senso.
Per i bambini e le bambine che vivono le guerre, anche per chi non viene ucciso, ogni altro diritto è negato; la loro alimentazione e salute, la loro crescita, la loro educazione, il loro diritto alla famiglia, al gioco, a esprimere la propria opinione, a esplorare il mondo, tutto è ostacolato, interdetto, reso impossibile.
Il Tavolo Saltamuri ritiene inaccettabile tutto questo prima di tutto in quanto formato da cittadini e cittadine di uno stato che ha ratificato la CRC e molti altri strumenti volti alla protezione delle persone minorenni nei conflitti armati, ma anche come rete che crede nelle alleanze, nel confronto, nella costruzione di prassi educanti e tutelanti per i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze.
La guerra non è una dimensione inevitabile dell’umanità come espresso in “Science for Peace” (Milano, Novembre 2010), a partire da quanto già convenuto nella Dichiarazione di Siviglia sulla Violenza (UNESCO, 1986): “4. La guerra non è cablata nel nostro cervello, che può essere utilizzato per la pace e per la solidarietà nello stesso modo in cui può essere impiegato per la violenza. 6. È possibile concepire liberamente nuovi modi per organizzare le società: la pace è realisticamente una possibilità, oltre che un’urgenza sociale e un imperativo morale per la specie umana; 7. Abbiamo il dovere di rafforzare tutti quegli strumenti educativi e sociali che possono indirizzare la nostra evoluzione culturale verso la pace”.
La guerra uccide chi la vive e avvelena cuore e mente di chi la permette, di chi si assuefà al pensiero che sia una dimensione umana ineludibile.
Assistiamo ad un continuo crescere degli investimenti1 negli armamenti, mentre gli investimenti nella prevenzione dei conflitti sono in calo. Ciò dimostra che ci stiamo focalizzando sull’aspetto sbagliato ed è necessario invertire la tendenza.
Per tali motivi il Tavolo Saltamuri
CHIEDE
1. un impegno al Governo Italiano affinché, anche in osservanza delle raccomandazioni europee sulla tutela e il contrasto alle discriminazioni dei minori in situazioni di fragilità, promuova azioni efficaci a difesa della pace e si ponga sempre come facilitatore di pace in ogni contesto;
2. al Ministero dell’Istruzione e del Merito che in ogni scuola Italiana venga posto al centro il tema della pace e della risoluzione dei conflitti (da quelli interpersonali a quelli di gruppo e internazionali) attraverso una progettualità diffusa, anche avvalendosi del contributo della società civile e sempre a partire dalla collaborazione con il terzo settore.
3. In Italia l’aumento per l’anno 2024 della spesa militare è trainato da un bilancio proprio del Ministero della Difesa che supera per la prima volta i 29 miliardi di euro (29.161 milioni per la precisione) con una crescita di ben 1.438 milioni di euro (+5,1% rispetto al 2023) che fa seguito ad un aumento di circa 1,8 miliardi già realizzato tra il 2022 e il 2023. In definitiva in due anni il Bilancio della Difesa ha sperimentato un aumento di circa il 12,5% (oltre 3,2 miliardi in termini monetari). (Fonte: Rete Italiana Pace e Disarmo).
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