La condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in Toscana si configura oggi come un territorio di luci e ombre, in cui l’eccellenza dei servizi educativi convive con fragilità sociali in progressiva emersione. A offrire un quadro chiaro e articolato è il Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, presentato il 21 marzo 2025 a Firenze, presso il Salone Poccetti dell’Istituto degli Innocenti, a cura del Gruppo CRC coordinato da Save the Children Italia. Il documento, articolato su base regionale, restituisce una fotografia aggiornata del benessere – e del disagio – dei minori nel nostro Paese, evidenziando per la Toscana una situazione complessa, fatta di buone pratiche ma anche di criticità da affrontare con urgenza e responsabilità collettiva.

La Toscana si distingue per la capillarità e qualità dei servizi educativi per la prima infanzia: l’88,3% dei comuni dispone di strutture socioeducative, con un’offerta di 40,7 posti ogni 100 bambini nella fascia 0–2 anni, un dato significativamente superiore alla media nazionale. Positivi sono anche gli indicatori relativi all’accesso alla cultura e allo sport: il 63,9% dei minori tra i 6 e i 17 anni legge regolarmente, mentre il 61,5% pratica attività sportiva, segno di un impegno strutturale verso il benessere integrale delle nuove generazioni.

Tuttavia, dietro queste cifre incoraggianti, si nasconde un fenomeno sempre più pervasivo e insidioso: la povertà educativa. Non si tratta solo di mancanza di istruzione, ma della negazione della possibilità per un bambino o un adolescente di immaginare, desiderare e costruire un futuro. Come osserva Federica Santillo, di Caritas Toscana, “è una povertà che colpisce l’anima stessa della crescita, interrompendo il diritto di ogni minore a sognare e a sentirsi parte di una comunità”.

Il Rapporto CRC evidenzia che la povertà relativa minorile ha raggiunto il 20,1% in Toscana, in preoccupante crescita rispetto al 15% del precedente monitoraggio. “La povertà economica – ha sottolineato l’Assessora regionale al Sociale, Serena Spinelli – si traduce quasi sempre in povertà educativa, compromettendo lo sviluppo scolastico, emotivo, fisico e relazionale dei più giovani. Parlare di merito ha poco senso, se a molti è negato un punto di partenza equo.”

Di fronte a questo scenario, emerge la necessità di un’azione corale e condivisa. Le Caritas diocesane della Toscana operano quotidianamente come presidî di cura e prossimità, promuovendo una rete di sostegno che coinvolge scuole, parrocchie, istituzioni e famiglie. Dai doposcuola al tutoraggio personalizzato, dalla fornitura di materiali scolastici ai laboratori gratuiti di lettura, teatro e musica, ogni iniziativa mira a contrastare la dispersione scolastica e a restituire dignità e speranza. Anche lo sport, spesso inaccessibile ai più fragili, viene proposto come strumento di riscatto, di inclusione e di costruzione dell’autostima.

L’attenzione si estende alle famiglie, con percorsi di accompagnamento alla genitorialità, aiuti economici per le mense scolastiche e servizi di mediazione culturale per i minori stranieri. “Educare – si legge nel documento di Caritas Toscana – è una responsabilità condivisa. Nessun bambino potrà crescere libero dalla povertà educativa se la sua famiglia resta sola ad affrontare il peso delle difficoltà economiche e sociali.”

Un ulteriore segnale di allarme è rappresentato dalla crescita del numero di minori reclusi negli istituti penali: 26 i ragazzi detenuti, contro gli 8 del precedente triennio, un incremento legato anche all’applicazione del cosiddetto Decreto Caivano. “Il carcere non può essere la risposta a un disagio profondo – ha ammonito Spinelli –. Serve un sistema che sappia prevenire, accogliere e accompagnare, non punire.”

In questo senso, il coinvolgimento attivo dei giovani è imprescindibile. Emblematica è stata la testimonianza di Shanti, una ragazza di 19 anni proveniente dal sistema dei care leavers, che ha richiamato con forza l’urgenza di un ascolto autentico. “I bambini e i ragazzi devono essere coinvolti nelle decisioni che li riguardano. È da qui che parte la vera partecipazione.”

Con circa 518.000 minorenni, pari al 14,1% della popolazione regionale, la Toscana si confronta oggi con la sfida di investire sul futuro attraverso politiche pubbliche integrate e comunità educanti forti. Come ha ricordato l’Assessora Spinelli, “I figli dei poveri troppo spesso saranno i poveri di domani. È questo il fallimento più profondo di un Paese in cui l’ascensore sociale si è fermato.” Costruire un sistema capace di riconoscere e valorizzare i diritti di ogni bambino, indipendentemente dal contesto socioeconomico, è la sfida etica e politica più urgente del nostro tempo.

In un’epoca in cui l’immaginazione stessa dei più giovani rischia di essere confiscata, serve uno sforzo collettivo per restituire loro non solo l’accesso ai diritti fondamentali, ma anche la possibilità di sognare. Perché, come ha scritto Antonio Aschiarolo, “A chi crede nei sogni, basta un gradino per raggiungere le stelle.”