È stato lanciato il 28 giugno scorso, a Milano, il rapporto di ActionAid  NEET, what do you mean? Il progetto Lavoro di squadra: risultati, buone pratiche e prospettive future.

 

ActionAid ha avviato il programma Lavoro di Squadra nel 2014, coinvolgendo centinaia di giovani NEET in diverse città italiane (Torino, Bari, Alba, Reggio Calabria e Milano).

Il rapporto sintetizza il lavoro svolto a Milano dal 2018 ad oggi grazie alla collaborazione con Z Zurich Foundation e Zurich. In questi 4 anni sono stati intercettati 367 giovani, 102 hanno concluso il percorso ed è stato raggiunto un tasso di riattivazione dell’80%. ActionAid ha collaborato con 9 partner e realizzato 7 cicli di progetto (di 6 mesi ciascuno), attivando una rete territoriali composta da più di 150 soggetti.

Lavoro di Squadra ha posto sempre al centro le e i giovani NEET, sperimentando attività e laboratori volti a promuovere la consapevolezza delle e dei ragazzǝ sui propri diritti, bisogni e desideri. Sono stati coinvolti giovani NEET in situazioni di vulnerabilità sociale o economica al fine di prevenire e contrastare le conseguenze che l”essere NEET” può avere per ragazzǝ che hanno minore accesso ad opportunità, o che vivono in contesti meno abilitanti. Il rapporto NEET, what do you mean? racconta, anche attraverso le loro voci, le buone pratiche e i punti di forza dell’intervento, e mette in evidenza le “tensioni sistemiche” che riguardano il tema dell’occupazione giovanile, le condizioni di contesto, le barriere o gli ostacoli che potrebbero infatti essere tra le cause del fenomeno NEET o tra gli elementi che influenzano negativamente il processo di ri-attivazione delle e dei giovani.  

Il progetto Lavoro di Squadra rappresenta un tentativo sperimentale di trovare risposte efficaci ad uno dei problemi che maggiormente colpiscono le ragazze e i ragazzi che vivono in Italia. Per ActionAid, contrastare il fenomeno NEET significa promuovere interventi che sappiano dare, o meglio ridare, alle e ai giovani prospettive future e voce.

Nell’ambito del progetto, le e i giovani partecipanti hanno realizzato due fanzine Vedere, Vedersi, grazie alla collaborazione di uno dei partner coinvolti, l’Istituto Italiano di Fotografia.