La promozione della partecipazione dei minorenni nei processi decisionali fa un passo in avanti grazie al “Documento di Studio sulla Partecipazione dei Minori” e alla “Guida alla Partecipazione”, realizzati dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza (AGIA) nell’ambito del lavoro della Consulta delle Associazioni avviato nel 2021 e presentati a Roma il 30 settembre 2024.

Il Gruppo CRC ha partecipato attivamente a questo percorso come membro della Consulta, con due referenti – Arciragazzi e AGESCI – che hanno operato insieme ad altre organizzazioni e reti di Terzo Settore: Tavolo Nazionale Affido, Coordinamento Nazionale Comunità per Minori (CNCM), SOS Villaggi dei Bambini e l’Associazione Amici del Villaggio. Il gruppo allargato di esperti del Terzo Settore ha affiancato AGIA, accademici, ricercatori e l’Istituto degli Innocenti per approfondire la conoscenza dello stato dell’arte e delle prospettive della partecipazione minorile e dei suoi strumenti attuativi.

Il lavoro ha sottolineato l’importanza del dialogo tra adulti e le ragazze e i ragazzi e quali possono essere, oltre alle esperienze e ai riferimenti giuridici, le strategie con cui gli adulti possono “rendere effettiva” la partecipazione minorile. Come evidenziato dal Documento di Studio, “gli sbilanciamenti e le convergenze tra questi due punti di vista (di adulti e ragazzi, ndr) sono veramente interessanti” ciò che emerge è però che la trasformazione culturale di cui la nostra società ha bisogno rispetto alla partecipazione è ancora lontana: serve una “postura sociale nuova verso la partecipazione” per passare “from Voice to Choice” e facendo evolvere le (diffuse) pratiche di ascolto in pratiche partecipative.

In particolare nel capitolo dedicato a “partecipazione e terzo settore”, l’attenzione è posta sia sulle prassi/attività e i paradigmi che entrano in gioco nell’ambito dell’educazione non formale e delle azioni socioeducative (proprie degli Enti di Terzo Settore ovvero affidate dal settore pubblico nell’ambito dei servizi educativi e sociali), sia sulla relazione fra il ruolo associativo “di aggregazione dei cittadini” e le possibili connessioni con la promozione della cittadinanza attiva dei/delle minorenni; in questo contesto si sottolinea come “l’associazionismo non educhi, ma è in sé educativo nel qui e ora”. Infatti, la partecipazione non è solo un fine da raggiungere (un obiettivo educativo), ma anche un’opzione quotidiana nella vita associativa e nei servizi affidati al Terzo Settore, dove giovani e adulti possono collaborare per costruire insieme percorsi di crescita e responsabilità condivisa. La partecipazione, descritta come un processo a tappe (individuazione dell’oggetto, costruzione dell’opinione condivisa, espressione, ascolto, confronto, accoglienza negoziata e infine applicazione di quanto deciso insieme) diventa quindi “metodo” oltre che fine, esaltando la dimensione del learning by doing e quindi degli apprendimenti sociali.

Il documento di studio sottolinea come il diritto alla partecipazione non sia un gioco a somma zero, che contrappone la visione degli adulti a quella delle ragazze e dei ragazzi. Al contrario, essa è un diritto relazionale, costruito attraverso un dialogo intergenerazionale dove “il potere nelle relazioni non è mai a somma zero, ma sempre a somma positiva”. Nei contesti partecipativi bambine, bambini e adolescenti possono esercitare il loro potere non in contrapposizione agli adulti, ma in collaborazione con loro, in un processo di crescita reciproca e di co-costruzione; per realizzare ciò è necessario che gli adulti, intesi come “portatori di dovere”, sappiano attrezzarsi per “cedere/condividere potere” (la possibilità di “fare le cose”, la detenzione dei mezzi e delle risorse per farle), in una circolarità relazionale dove comunque la responsabilità dell’attivazione (ma anche della cura e della protezione) della partecipazione è in capo spesso a loro.

La “Guida alla Partecipazione” che affianca il documento di studio e proposta, destinata alle ragazze e ai ragazzi adolescenti e realizzata con la collaborazione di Defence for Children, è uno strumento pratico per favorire l’accesso ad ambiti e occasioni di partecipazione; la guida è un vademecum iniziale, per i/le minorenni, che illustra le principali ragioni e opzioni per partecipare alla vita delle comunità e diffonde l’importanza della partecipazione, anche come occasione delle persone adulte per promuovere percorsi autonomi di responsabilizzazione delle ragazze e dei ragazzi.

Questi documenti, realizzati in un percorso ampio anche ascoltando nel processo la voce di ragazze e ragazzi, di altre associazioni, Istituzioni e Comuni, rappresentano un ulteriore passo verso la promozione dei diritti dei minorenni e la creazione di una società in cui la partecipazione giovanile sia una pratica quotidiana e condivisa.

 

A cura di Juri Pertichini, Arciragazzi e Francesco Silipo, AGESCI

 

Per approfondimenti si veda il documento di studio Ragazze, ragazzi e adulti nei processi partecipativi. Pratiche e strategie, la Guida alla partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze. Una bussola per orientarsi

e la sezione del sito del Gruppo CRC dedicata a Il principio di partecipazione e ascolto del minore