Il prossimo 11 febbraio si celebrerà il Safer internet day, giornata promossa a livello europeo per sensibilizzare a un uso consapevole di internet. La giornata pone un focus particolare sui giovani. Se da un lato infatti le nuove tecnologie possono contribuire a un significativo miglioramento della qualità della vita (possibilità di studiare e lavorare a distanza, migliore conciliazione dei tempi vita-lavoro), dall’altro non possono essere ignorati i rischi connessi a un uso sbagliato o inconsapevole della rete. Su tutti il fenomeno del cyberbullismo ma anche il furto e la diffusione di informazioni e contenuti personali. Rischi che tendono a colpire soprattutto ragazze e ragazzi meno inclusi, rafforzando le disuguaglianze sociali, economiche, territoriali e culturali esistenti.

In questo contesto, si inserisce poi la diffusione sempre maggiore degli strumenti di intelligenza artificiale che negli anni a venire saranno sempre più presenti nelle nostre vite. Per questo motivo, saper utilizzare internet in modo sicuro e consapevole non è più un’opzione: è essenziale essere in grado di padroneggiare le nuove tecnologie. Da questo punto di vista la scuola può e deve rivestire un ruolo di primo piano, una questione sempre più dibattuta tra gli esperti di settore.

Purtroppo il lavoro da fare in Italia è ancora molto. È ancora troppo alta la quota di persone senza competenze digitali adeguate. Per sopperire a queste lacune, un primo passo fondamentale è ovviamente la disponibilità negli istituti di dotazioni informatiche e di aule dedicate. Spazi che troppo spesso ancora non sono presenti all’interno delle scuole.

Dall’analisi dei dati a livello territoriale emergono profonde disparità nella diffusione di questi spazi. Elementi particolarmente rilevanti riguardano il fatto che le aule di informatica sono meno presenti negli istituti che sorgono nelle zone rurali rispetto a quelli dei centri urbani medio-grandi. A questo aspetto si lega anche il fatto che tendenzialmente le aule informatiche risultano meno diffuse in quei territori che fanno registrare un’alta concentrazione di famiglie con figli e che possono fare affidamento su un solo reddito. Nuclei per cui il rischio di disagio socio-economico è particolarmente elevato.

Fornire ai cittadini, soprattutto i più giovani, le competenze digitali necessarie è quindi fondamentale per consentire loro di sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. D’altro canto però una formazione adeguata è importante anche per avere una maggiore consapevolezza dei rischi che la condivisione di informazioni in rete comporta.

Purtroppo allo stato attuale la situazione in Italia non è delle migliori. Su questo fronte alcuni importanti elementi di valutazione ci vengono offerti da Eurostat. Attraverso il quadro delle competenze digitali per i cittadini infatti vengono valutate le competenze digitali degli europei sulla base di 5 diverse aree che vanno dalla creazione e condivisione di contenuti fino ai temi legati alla sicurezza (protezione di device e dati personali, tutela della salute e del benessere online). Sulla base di questi indicatori il livello di competenze digitali dei cittadini italiani risulta essere mediamente basso.

Per leggere l’approfondimento completo, clicca qui.