La violenza contro le donne e le ragazze è un fenomeno globale, trasversale e strutturale che attraversa paesi, generazioni e differenti modelli sociali, e che trova le sue radici nelle profonde diseguaglianze storiche e culturali tra uomini e donne.

La violenza di genere non è solo l’aggressione fisica di un uomo contro una donna, né la sua forma più estrema, il femminicidio. Include anche vessazioni psicologiche, ricatti economici, minacce, molestie sessuali, persecuzioni, compiute da un uomo contro una donna in quanto donna. Azioni quasi sempre ripetute nel tempo, compiute da uomini molto diversi tra loro per età, condizione sociale, livello di istruzione, nazionalità, religione. Non da “mostri” e di solito neanche da sconosciuti. I partner e gli ex partner compiono più frequentemente tutte le forme di violenza fisica rilevate e sono responsabili della maggioranza degli stupri.

La violenza contro le donne colpisce anche i loro figli. I bambini possono essere spettatori (in maniera diretta ma anche indiretta, ad es. attraverso i segni fisici sul corpo della madre o quelli psicologici o la tensione che si avverte nell’ambiente famigliare) o subirla direttamente, con conseguenze importanti a livello emotivo, cognitivo, fisico e relazionale, nel breve e nel lungo periodo.

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