Mercoledì 9 aprile, in occasione della prima 1ª Giornata nazionale dell’Ascolto dei minori, istituita dal Governo «al fine di informare e di sensibilizzare sul tema dell’ascolto della persona minore di età quale presupposto fondamentale per dare concreta attuazione ai suoi diritti», alla presenza della già Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza Carla Garlatti, si è tenuta a Udine nell’Auditorium “Comelli” della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia la presentazione del Terzo Rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia – I dati regione per regione”, realizzato dal Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo CRC), coordinato da Save the Children Italia e composto da oltre 100 organizzazioni del Terzo Settore.

L’evento co-organizzato dal CSB onlus – Centro per la Salute delle Bambine e dei Bambini e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione delle associazioni del Gruppo CRC GTNI – Gruppo Territoriale Nidi e Infanzia FVG, ANFAA – Associazione Nazionale Famiglie Adottive Affidatarie, Associazione “Il Noce” ODV per CNCA, e patrocinato dall’A.N.C.I. FVG,  ha voluto offrire, a partire dai dati e dalla fotografia scattata dal Rapporto in questa Regione, un’opportunità di confronto tra chi si impegna per garantire ogni giorno sul fronte educativo e sanitario i diritti dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze, e soprattutto per ascoltare la loro voce,.

Hanno aperto la mattinata i saluti dell’Assessore all’Istruzione e Università del Comune di Udine Federico Angelo Pirone e del Segretario Generale dell’A.N.C.I. FVG Alessandro Fabbro, seguiti dall’’introduzione ai dati del rapporto del pediatra e presidente del CSB onlus Giorgio Tamburlini. Importanti spunti e riflessioni sono stati discussi assieme a Carla Garlatti, magistrata e già Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, Enrico Sbriglia, Garante regionale della persona e, in rappresentanza della Regione FVG, Maria Pia Turinetti Di Priero, Direttrice del Servizio coordinamento politiche per la famiglia. Intervallati dalle voci preziose dei bambini e bambine, ragazze e ragazzi del Consiglio Comunale dei Ragazzi di Udine, accompagnati dalle formatrici dell’Unità Operativa Progetto Giovani del Comune, sono seguiti gli interventi di Elena De Lucia del Gruppo Territoriale Nidi e Infanzia FVG e Anna Barbui, dell’Associazione “Il Noce” ODV. Ha concluso la mattinata il contributo di Ezio Bertossi, neuropsichiatra infantile ASU FC, responsabile SOS Disturbi Alimentari. Presenti alunni e alunne delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Udine, educatrici e insegnanti, operatori e operatrici sanitarie, amministratori e amministratrici e tante associazioni del Terzo Settore che operano nella Regione.

Cosa ci dicono i dati del Rapporto e il confronto di Udine?

L’introduzione di Giorgio Tamburlini ha evidenziato che il Friuli Venezia Giulia può considerarsi una Regione virtuosa con percentuali superiori alla media nazionale in merito all’offerta di servizi socioeducativi e alle risorse dedicate a infanzia e adolescenza. Inoltre, sono tanti e in continuo aumento i ragazzi e le ragazze di 6-17 anni che nel tempo libero hanno l’abitudine alla lettura di libri (61,4%), così come quelli che praticano sport. Inferiore di 5,1 punti rispetto al dato nazionale è la quota di Neet, ovvero giovani di 15-29 anni che non lavorano e non studiano. Ben il 43% delle scuole hanno sviluppato percorsi di Educazione civica digitale, il valore più alto tra tutte le regioni italiane. Molto positivo anche il dato sulla mortalità infantile, storicamente basso, e sulla povertà relativa delle persone di minore età, decisamente inferiore alla media nazionale e in diminuzione rispetto al precedente Rapporto. Il Friuli Venezia Giulia è invece maglia nera per quanto riguarda l’esposizione della popolazione urbana all’inquinamento da polveri sottili PM2.5 (superiore di 17,1 punti rispetto alla media nazionale) e all’abitudine al fumo di ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19. Sono troppo pochi i 4 posti letto di ricovero ordinario NPIA ed è invece troppo alto il numero di bambini/e per pediatra (1139 rispetto a 883). Inoltre, è una Regione in pieno inverno demografico e che continua sensibilmente ad invecchiare: i giovani sono pochi (ha meno di 18 anni il 13,9% degli abitanti contro il 15, 1% italiano) e nascono sempre meno bambini e bambine (il tasso di natalità è inferiore di 0,6 punti rispetto a quello nazionale).

Cosa è emerso dall’incontro?

Alcune questioni importanti su cui è necessario lavorare di più sia a livello regionale che nazionale, e una proposta per il FVG.

La prima questione riguarda la necessità di fornire risposte tempestive e coordinate tra i diversi servizi alle crescenti richieste di sostegno per difficoltà di apprendimento e comportamento e di manifestazioni di disagio e difficoltà psicologiche soprattutto in adolescenza, stando al fianco dei genitori e delle famiglie e proponendo percorsi qualificati di educazione all’affettività e al bene comune.

La seconda invece è quella di aprire nuove possibilità e modalità di ascolto e partecipazione di bambine/i e adolescenti alle questioni e alle scelte che li riguardano. I consiglieri e le consigliere del Consiglio Comunale dei Ragazzi della città di Udine, in rappresentanza di circa 13.000 bambini, bambine, ragazzi e ragazze della città, ci hanno detto che in base alla loro esperienza hanno imparato a capire quando gli adulti sono realmente interessati alla loro opinione e desiderano ascoltarli e coinvolgerli e quando invece vengono invitati per essere soltanto una presenza simbolica, di rappresentanza. Per questo hanno lanciato una sfida: organizzare insieme il prossimo anno uno spazio dedicato alle cittadine e ai cittadini più giovani, per dare loro voce e renderli protagonisti attivi anche prima di arrivare alla presentazione del Rapporto, di fronte agli adulti. Magari realizzando una versione o una sintesi del rapporto pensata per i lettori e le lettrici più giovani.

A questo si aggiunge il tema del “non dato” del Rapporto, ovvero la grave mancanza – più volte denunciata negli anni dal Gruppo CRC – di un set di dati disaggregati sull’infanzia e l’adolescenza resi disponibili da parte delle istituzioni. Troppi i dati e le informazioni che ancora mancano all’appello, a partire dall’assenza di una analisi sistematica delle risorse pubbliche investite a favore dell’infanzia e dell’adolescenza. Come scrive nella Prefazione al Rapporto Raffaela Milano: «Questa mancanza di dati richiama le responsabilità del Governo centrale, ma anche delle istituzioni regionali. Sono pochissime le Regioni che si sono dotate di un Osservatorio infanzia e adolescenza che raccolga periodicamente e renda disponibili con trasparenza i dati. Eppure, proprio la conoscenza dei dati dovrebbe essere alla base di qualsiasi strategia e di qualsiasi scelta politica per l’infanzia e l’adolescenza».

Da qui la proposta, emersa nel corso del dibattito a Udine, di riattivare nella nostra Regione l’Osservatorio su Infanzia e Adolescenza e di avere così a disposizione uno strumento prezioso di comprensione della realtà, indispensabile per la programmazione delle politiche e dei servizi.