“Il mondo in una classe. Un’indagine sul pluralismo culturale nelle scuole italiane”, questo il titolo del nuovo report pubblicato da Save the Children Italia in vista della riapertura delle scuole, che presenta uno spaccato di diseguaglianze educative che compromettono i percorsi di crescita di bambine, bambini e adolescenti in Italia.
L’anno scolastico 2023 si apre in salita. Nonostante sia il primo a ricominciare dopo la fine ufficiale della pandemia (dichiarata dall’OMS), resta l’impoverimento educativo che il Covid-19 ha causato in questi anni. In primo piano anche il percorso a ostacoli ancora più complesso per gli oltre 800 mila studenti con background migratorio nel nostro sistema scolastico, 1 su 10 tra gli iscritti nelle scuole del Paese.
In uno scenario in cui la scuola italiana è alle prese con un numero sempre minore di studenti, a causa del calo demografico che da anni investe il nostro Paese (rispetto a 7 anni fa, quasi 71.000 bambini in meno hanno varcato la soglia della scuola elementare, 511.485 nell’a.s. 2015/16, 440.733 nell’a.s. 2021/22) e con classi sempre più multiculturali, quest’anno il Rapporto annuale sulla scuola mette a fuoco i percorsi educativi degli studenti con background migratorio, evidenziando l’opportunità per il nostro Paese di riconoscere e valorizzare le diversità a scuola e superare gli stereotipi legati al percorso migratorio, con proposte capaci di sostenere una scuola inclusiva e multiculturale.
Si parla di più di 800 mila minori, pari ad oltre 1 su 10 (10,6%) tra gli iscritti nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie nel nostro Paese. Il mancato riconoscimento della cittadinanza italiana ha un impatto sul successo scolastico e segna il loro percorso di crescita e di formazione rispetto ai coetanei.
Molti studenti con background migratorio, nonostante siano nati e cresciuti in Italia, hanno meno opportunità rispetto ai loro compagni di scuola. Questa disparità si manifesta a partire dall’inserimento alla scuola dell’infanzia, continua con il ritardo scolastico dovuto alla collocazione in classi inferiori a quelle corrispondenti all’età anagrafica o alla mancata ammissione all’anno successivo, fino all’abbandono precoce.
In alcuni territori è presente anche il cosiddetto fenomeno del white flight, ovvero lo spostamento, da parte delle famiglie italiane, di bambini e adolescenti verso le scuole più centrali delle città. Questo provoca un aumento della concentrazione di alunni stranieri nelle scuole periferiche e un distanziamento sempre più marcato, non solo fisico, ma anche sociale e culturale tra studenti di origine italiana e studenti con background migratorio.
Il percorso scolastico di queste bambine, bambini e adolescenti nel nostro Paese è reso ancora più difficile dalla mancanza del riconoscimento della cittadinanza italiana. Incontrano infatti maggiori difficoltà, ad esempio, a partecipare a gite scolastiche e scambi culturali all’estero, riservati spesso ai soli cittadini comunitari, o a competizioni sportive, e, successivamente, anche ad accedere all’Università o ai concorsi pubblici.
Nel nostro Paese, solo il 77,9% dei bambini con cittadinanza non italiana è iscritto e frequenta la scuola dell’infanzia (percentuale che sale all’83,1% per i nati in Italia) contro il 95,1% degli italiani, sperimentando così, fin dai primi anni di vita, percorsi scolastici e educativi diversi, che incidono sui risultati e sulle opportunità future. Tra gli studenti con background migratorio si registrano maggiori ritardi scolastici, casi di dispersione e abbandono scolastico. Mentre gli studenti di origine italiana in ritardo nell’anno scolastico 2021/22 rappresentavano l’8,1%, quelli con cittadinanza non italiana erano il 25,4%.
Gravano sul percorso educativo dei minori con background migratorio, anche le condizioni di povertà economica e l’impatto della pandemia, che in molti casi ha comportato l’interruzione dell’insegnamento della lingua italiana e delle attività extrascolastiche, la mancanza di dispositivi tecnologici per seguire le lezioni, la mancanza di occasioni di socialità e di rapporto scuola-famiglia.
Il Rapporto completo è disponibile al seguente link.